Intervenuto ai microfoni di “Mediagol.it”, Antonio Ponte, noto finanziere svizzero proprietario del fondo d’investimento Raifin, ha parlato delle ragioni che lo hanno spinto a rinunciare all’acquisto della società rosanero: «Dopo quella prima riunione, incontrai nuovamente Facile e Belli i quali, una volta individuata la società inglese come soggetto idoneo a completare l’iter d’acquisizione del club, mi presentarono il management britannico nel tentativo di convincermi a compartecipare all’operazione. Conobbi in quella situazione, tra settembre e ottobre, Clive Richardson, David Platt, poi sostituito da Holdsworth, ed ebbi modo di conversare telefonicamente con White e Treacy. Ma le mie perplessità in merito alla bontà del loro progetto rimasero tali e rifiutai qualsiasi forma di coinvolgimento convinto che quel piano non avesse i presupposti per andare felicemente a buon fine. Non ho condiviso fin da subito il modus operandi che mi è stato prospettato, poiché quando si acquista un club di questa importanza e di questo blasone bisogna avere la certezza di poter approntare subito il capitale per l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario impegnandosi in prima persona. La creazione di una rete di società veicolo, finalizzata al reperimento di una serie d’investitori disposti a compartecipare acquistando parte delle azioni, è un processo eventualmente successivo da mettere in atto in una seconda o terza fase, ma ribadisco che all’atto della transazione bisogna prima elargire il capitale in prima persona e poi eventualmente tramite il coinvolgimento di una società quotata in borsa mettere sul mercato le azioni a disposizione di eventuali investitori».