L’edizione odierna de “La Nuova Venezia” riporta le dichiarazioni di Alberto Pomini, nuovo portiere del Venezia ed ex Palermo: «Palermo e Venezia sono state legate a doppio filo nelle ultime stagioni e una delle partite che ricordo con maggior piacere è la semifinale d’andata dei playoff della passata stagione quando il Palermo pareggiò al Penzo». Esclusione Palermo? «Il sentore che la situazione fosse complicata si percepiva già alla fine dell’anno, poi grazie a un intervento esterno ci sono stati saldati gli stipendi di gennaio e febbraio. Sembrava tornata la normalità, c’è stato il passaggio di proprietà che ci ha illuso, ma già due giorni prima del 24 giugno noi ci siamo resi conto, non ricevendo gli stipendi arretrati, che il Palermo era ritornato in un tunnel nero». Lupo? «Conosco bene il direttore, il Venezia è stata la società a cercarmi con maggior insistenza e non nascondo che mi ha fatto anche piacere la proposta di un accordo per due stagioni. Non capita spesso a un giocatore di 38 anni. L’attesa dell’ufficializzazione è stata determinata dalla trattativa del Venezia con il Cagliari per Vicario, quando questa è stata definita, sono salito nel ritiro di Mezzana». Pomini non ha giocato al Penzo solo con il Palermo. «No, ci sono stato anche ai tempi del Sassuolo in Prima Divisione, eravamo all’inizio della scalata. Il club neroverde rimane una parte preponderante della mia carriera, siamo saliti dal gradino più basso dei professionisti arrivando a giocare anche in Europa». Trentotto anni, mica pochi. «Il giorno in cui mi peserà andare al campo ad allenarmi e aspettare la partita, allora comincerò a pensare al futuro. Per il momento mi diverto ancora, sono stimolato da questa nuova avventura con il Venezia. Sono contento della mia carriera, credo che alla fine ogni giocatore raccolga quello che merita, ma ho ancora qualche pagina da scrivere».