Pisa, Inzaghi rilancia: «Ci siamo rincorsi a vicenda e finalmente ci siamo presi. Palermo e Cremonese top»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta una lunga intervista a Inzaghi, nuovo allenatore del Pisa.
«Papà, papà!» risuonano le voci dei figli che svegliano Inzaghi, il quale li prende in braccio con la stessa prontezza con cui una volta trasformava ogni occasione in gol. Oggi è il suo compleanno, e i regali più belli li ha già: la sua famiglia.
Auguri, Pippo.
«Grazie, ma ormai è un giorno come gli altri… Questo è il compleanno ideale: allenamento con la squadra, poi con i nonni, Angela e i bambini».
Una volta i suoi compleanni a Milano Marittima con Bobo Vieri erano leggendari.
«C’è un tempo per tutto, l’unico rimpianto è non aver avuto i figli prima».
Come regalo c’è un nuovo bomber in arrivo?
«Credo di avere già una squadra forte. Quando la società fa acquisti, sono sempre importanti: sono tranquillo, o arriva qualcuno che fa davvero la differenza, o stiamo così».
Che uomo è Pippo Inzaghi oggi a 51 anni?
«Ho avuto tanto dalla vita, ma una famiglia e i bambini ti cambiano. Sono diventato più paziente, una qualità che pensavo di non avere. Come uomo, lascio che siano gli altri a giudicarmi, ma mi sorprende l’affetto che ricevo ovunque. Come allenatore, amo ancora il mio lavoro, anche se giocare era più facile. Mia moglie mi ha augurato di trovare a Pisa un posto giusto, che mi dia serenità, e così è stato».
I capelli sono diventati grigi…
«Se avessi fatto il commentatore TV, sarebbero rimasti scuri…».
È ancora affamato di successi o la maturità l’ha resa più saggio?
«Mi piace andare al campo ogni giorno per far crescere i giocatori, soprattutto i giovani: bisogna allontanarli un po’ dai computer e dalla PlayStation e farli innamorare del pallone, come è successo a me».
In Serie B è sempre stato protagonista nei suoi quattro precedenti.
«Ho avuto squadre importanti, ma la differenza la fanno i giocatori e le società. Noi allenatori dobbiamo cercare di fare meno danni possibile e ottenere il massimo dai giocatori».
Perché invece in Serie A non è andata allo stesso modo?
«Purtroppo, mi sono sempre trovato a lottare in situazioni difficili. Se un giorno tornerò in Serie A – anche se per me la categoria conta poco – affronterò le cose con un’esperienza diversa. Si impara più da un insuccesso che da un successo».
Perché ha accettato Pisa solo al terzo tentativo?
«Pisa è un posto che ho sempre avuto in mente, ci siamo rincorsi a vicenda e finalmente ci siamo presi. Credo che questo sia il momento migliore per entrambi. Conosco i Corrado da tempo, e ricordo ancora il messaggio che mi mandarono dopo la promozione in Serie B del 2019. Knaster mi è piaciuto molto, ci sono progetti ambiziosi per il centro sportivo e lo stadio: c’è la consapevolezza di costruire qualcosa di importante e di essere pronti per ogni sfida».
Chi è più forte di voi?
«Cremonese, Palermo, Sassuolo, Samp, poi Frosinone e Salernitana per la qualità degli organici. Ma devo far capire ai miei ragazzi che non ci sono squadre più forti di noi».
Ritrova Pirlo e Grosso…
«Campioni con cui ho condiviso gioie incredibili: con Andrea ci siamo sfidati solo in Coppa Italia, con Fabio in Serie B abbiamo già vissuto belle battaglie…».
Ha sempre avuto un forte legame con le città dove ha allenato: come vivrà Pisa?
«Anche qui ho preso casa in centro, comoda anche per l’asilo. Mi piace il contatto con le persone: quando ho un momento difficile, mi basta passeggiare e vedere la gente per ricaricarmi. Per me, firmare un autografo o fare un selfie è una gioia».
È già salito sulla torre?
«No, ma ho portato i bambini in bicicletta a vederla perché Edoardo me l’aveva chiesto: si è emozionato, presto ci saliremo».
I tifosi del Milan accetteranno i suoi nuovi colori nerazzurri?
«Questi sono i colori del Pisa».