In un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, curata dal giornalista Nicola Binda, il capitano del Pisa, Antonio Caracciolo, si apre su aspetti cruciali della stagione e sulla trasformazione della squadra sotto la guida di Pippo Inzaghi. Tra il clima di entusiasmo e la nuova mentalità del gruppo, Caracciolo racconta i cambiamenti vissuti nello spogliatoio e le sfide di una Serie B competitiva, lasciando spazio anche a commenti scherzosi e riflessioni personali sul futuro. Un dialogo sincero e appassionato con un leader che vede il Pisa pronto a stupire ancora.
Sgominate a Pisa una banda che aveva raccolto oltre 2.100 opere d’arte falsificate e pronte a essere immesse sul mercato. Opere di Warhol, Picasso, De Chirico, Kandinsky e altri. I tifosi possono stare tranquilli: quella realizzata finora da Pippo Inzaghi è assolutamente autentica. Garantisce il capitano Antonio Caracciolo.
Tutto vero? «È un anno particolare, non c’è l’ossessione di vincere. In passato ci dicevamo ‘se facciamo questo, se facciamo quello…’. Questi discorsi non li facciamo più e alimentiamo l’entusiasmo».
Dove potete migliorare? «In tante cose. Se in una partita, per esempio, non prendiamo gol, riguardiamo i pericoli corsi per limitarli in futuro.”
Avete perso due elementi per la fascia destra come Esteves e Leris, ma Inzaghi ha trovato le alternative in casa. «Gioca Touré, che è incredibile per lo strapotere fisico. Il bello è che Inzaghi sta facendo giocare tutti e le cose vanno sempre bene: si può fidare di tutta la rosa».
Inzaghi: cosa vi ha trasmesso? «Non ricordo quanti ritiri ho fatto, ma questo è stato tosto: quanto ci ha fatto correre! Lui è bravo soprattutto nell’aspetto comunicativo; con il suo carisma è entrato nelle teste della squadra. E ha uno staff molto ben coordinato».
È maniacale? «Conosce tutti i giocatori, tutti. Nel preparare una partita dice i punti deboli degli avversari: una volta ci ha detto di attaccare dove c’era un difensore di 32 anni; io gli ho detto che ne ho 34…».
La squadra non è cambiata tanto rispetto all’anno scorso, quando non è arrivata ai playoff. «L’ossatura è quella. Aquilani è molto bravo, ma ci faceva giocare in modo diverso ed è capitato in un momento difficile».
Quindi è merito del tecnico? «Inzaghi ha riportato entusiasmo e sa fare gruppo: facciamo cene di squadra con 60 persone, perché coinvolge tutto il club.”
Moreo non riesce a fare gol… «Adesso diventa papà e si sblocca, ne sono certo».
Tramoni invece fa spesso la differenza da solo. «Oggi è fuori categoria; se continua così, lo sarà sempre».
È al sesto campionato nel Pisa: questo è quello più forte? «Quello che ha fatto la finale playoff era più giovane, c’era Lucca. Oggi, invece, abbiamo una rosa molto più ricca e di qualità».
Con 331 partite sulle spalle, cosa ha capito di questa B? «Che non puoi sbagliare mai. Noi andiamo forte, ma se sbagli una partita sei dietro. E non mi fido di Palermo, Samp e Cremonese»
Vista la vostra fuga con Sassuolo e Spezia, avete intenzione di far saltare i playoff? «Fossero rimasti i 9 punti, un pensierino si poteva fare. Ma a 14 è impossibile. Occhio anche a sorprese come Cesena o Bari»
I vostri rivali sono allenati da Fabio Grosso e Luca D’Angelo, due con i quali lei ha lavorato. «Con Grosso a Verona, mi piaceva; oggi ha giocatori fuori categoria che stanno capendo come comportarsi. A D’Angelo sono affezionato, mi ha fatto rinascere dopo Cremona: lo Spezia ha la bava alla bocca, non ha ancora perso, e non lo voglio gufare…».