L’edizione odierna de “La Repubblica – Affari e Finanza” si sofferma sulla lotta alla pirateria.
Le pay-tv e la Lega Serie A non si intendono con le società di internet (Telecom, Vodafone e le altre) che dovrebbero oscurare i siti pirata. In mezzo a tanta tensione, il governo è interventista: vuole che i siti criminali siano affondati subito, sempre e comunque. Invece il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom) guarda alla sostenibilità legale delle procedure. A luglio sono state approvate le nuove norme anti-pezzotto: i siti illeciti devono essere oscurati entro 30 minuti dall’inizio della partita. E il 27 luglio il Garante si è dotato di un Regolamento che sposa la stessa filosofia della legge. Perché l’oscuramento in 30 minuti sia possibile, serve però una “linea rossa”. Una volta scovato il sito pirata, la Lega e le pay-tv informeranno in tempo reale il Garante (l’AgCom) che ordinerà alle società di Internet di silurare il nemico. A creare la piattaforma di dialogo sarà il Garante. A questo punto la Lega ha deciso di donare al Garante la piattaforma di monitoraggio dei siti pirata che da tempo ha creato al suo interno. Questo atto di generosità nascondeva però una preoccupazione.
La Lega temeva che il Garante mettesse in piedi la “linea rossa” – la sua piattaforma di comunicazione – troppo lentamente. Nel frattempo, ha preso forma un’altra novità che ha alimentato la tensione: la “prova digitale forense”. Nei mesi scorsi, il Garante ha oscurato oltre 110 siti pirata, grazie alle vecchie norme di salvaguardia. E alcuni di questi siti hanno fatto incredibilmente causa lamentando dei vizi procedurali. Per questo il Garante – con il tacito appoggio di alcune società di Internet – pensa che la Lega e le pay-tv (DAZN, Sky e le altre) debbano produrre la “prova digitale forense”, così da certificare che una violazione del diritto d’autore è davvero in atto. La Lega e le pay-tv dovrebbero allegare dunque alle richieste di spegnimento una relazione tecnica. La relazione includerà il fermo immagine del sito pirata (intanto che propone la partita) e informazioni tecniche sul flusso di traffico che genera. Una soluzione che le parti in causa hanno accolto male, dal momento in cui la “prova digitale forense” è una operazione così complessa da demolire il pilastro della nuova legge anti-pezzotto. Oscurare un sito criminale entro 30 minuti dall’inizio della gara diventerebbe impossibile. A tutto ciò si aggiunge il tema dei costi di oscuramento, dei quali la legge non chiarisce la distribuzione.