L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui palazzetti della Sicilia e il basket.
Ce n’è abbastanza per scoraggiare la passione più fervida. Per far abbandonare il campo anche a chi di basket vive e si alimenta, cercando di tenere alto il vessillo della Sicilia attraverso lo sport. Certo, sono finiti i tempi in cui le pubbliche istituzioni elargivano contributi a pioggia alle società sportive. Nessuno, però, fino a qualche tempo fa, avrebbe mai osato immaginare che la pioggia, quella vera, dovesse finire dentro i palazzetti e mettere a rischio lo svolgimento delle partite. E fa ancora più specie se si pensa che questa incresciosa situazione degli impianti riguarda e coinvolge direttamente Capo d’Orlando e Trapani: ovvero, le due piazze che, militando nel campionato di A2, rappresentano al massimo livello la pallacanestro siciliana.
Partiamo da Trapani, dov’è in corso l’ennesima puntata delle querelle fra il Comune, proprietario del PalaIlio (oggi sponsorizzato PalaConad) e la Pallacanestro Trapani, che gestisce la struttura nonostante la convenzione sia già scaduta. Al primo temporale di una certa energia, la pioggia invade il parquet: è un problema che esiste da sempre e mai è stato risolto negli anni. Domenica scorsa, la gara casalinga contro l’Urania Milano sembrava compromessa e si è andati molto vicini a non disputarla. L’origine di tutto, allo stato delle cose, pare che giunga dalle finestre sistemate sul tetto del palazzetto a cui mancherebbero le guaine necessaria per renderle impermeabili al passaggio dell’acqua piovana. A questo punto, il Comune di Trapani sostiene che i lavori necessari sarebbero di “ ordinaria amministrazione” e quindi invita la Pallacanestro Trapani a provvedere autonomamente a sostenere le spese necessarie per rimediare al danno. Non è mancata, ovviamente, la replica del club granata, che ha espresso una posizione molto chiara sui propri canali social.
«La Pallacanestro Trapani — si legge — resta in attesa di comunicazioni ufficiali che riportino il dettaglio di ciò che le viene richiesto e, con i suoi consulenti legali e tecnici, ne valuterà con attenzione il contenuto. Se il cambio delle guarnizioni\\ vetri risulterà essere un costo dovuto la Pallacanestro Trapani se ne prenderà carico. La Pallacanestro Trapani non si è mai tirata indietro, non ha mai derogato alle proprie responsabilità e non ha mai rimandato ad errori del passato le lacune del presente ». Al di là del dettaglio giuridico, spiazza come l’amministrazione comunale non sia stata in grado di risolvere la vicenda: avere una casa malmessa è evidente che scoraggi chiunque abbia voglia di investire denaro e idee nello sport. Situazione che si sta riproponendo in maniera quasi speculare a Capo d’Orlando, dove uno squarcio sul tetto del PalaFantozzi potrebbe mettere seriamente a repentaglio la sicurezza e la fruibilità della struttura. « Non possiamo nascondere che la situazione è grave. Dal 2018 — spiega Francesco Venza, direttore generale dell’Orlandina — lo squarcio è peggiorato in maniera preoccupante e adesso si è arrivati al limite. Sarebbero oramai insufficienti interventi tampone. Il sindaco ho più volte assicurato circa la realizzazione dell’intervento. Purtroppo, sono rimaste solo promesse. Probabilmente i rischi che sta correndo il movimento cestistico orlandino non sono stati percepiti fino in fondo. Qualora cedesse anche la seconda copertura, evento assai probabile, chiederemo asilo al PalaMangano di Sant’Agata di Militello».