SERIE B

Pierini: «Sassuolo, ora la A! Samp e Palermo…»

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, Nicholas Pierini racconta il suo percorso di crescita e maturazione calcistica, dai primi passi con il Sassuolo al ritorno in B e le ambizioni di riportare la squadra nella massima serie.

Ricorda il debutto in Serie A con il Sassuolo nel 2017-18?
«Ero un ragazzino inesperto e anche immaturo, non è stato l’esordio dei miei sogni. La prima gara è stata a Napoli contro Sarri, poi sono entrato contro il Milan e a Bologna, e titolare in Coppa Italia con l’Atalanta».

Dopo tre anni in prestito, nel 2021 il Sassuolo quasi la regalò al Cesena, in C. Come la prese?
«Mi era dispiaciuto, credevo di avere un buon rendimento e meritavo un’opportunità. Ma avevo colpe anche io, non ero maturo, è stato comprensibile».

C’è voluta la sua miglior stagione, con 12 gol (più uno nei playoff), per tornare subito in B, a Venezia per 300mila euro. Ci ha messo la rabbia per farcela?
«No… Il fatto è che non avevo mai trovato continuità e non stavo bene. A Cesena invece ho fatto un passo indietro per farne due in avanti, ritrovando quella fiducia che avevo perso: grazie al tecnico Viali sono tornato protagonista, mi ha sbloccato».

Il 29 lo ritrova avversario nel derby con la Reggiana.
«Gli voglio bene, ma in campo non ci sono amici».

Anche col Venezia, dopo la promozione, ha giocato in A ad agosto, ma dopo due presenze c’è stato un altro passo indietro.
«Una mia scelta. Ero contento dove ero arrivato col Venezia, Di Francesco mi teneva in considerazione e mi conosceva già, all’ultimo però si è deciso di tornare a casa. Qui c’è Palmieri…».

Il manager che quindi l’ha convinta per la seconda volta.
«Quando mi prese dal Parma avevo un mezzo impegno con l’Empoli ma decisi di seguirlo. Stavolta mi ha presentato il progetto e non ho avuto dubbi».

E il Sassuolo l’ha ricomprata per due milioni.
«E ha ritrovato un Pierini sicuramente molto cambiato».

In cosa?
«Con più consapevolezza e forza mentale. Vincere un campionato mi ha dato fiducia, mi sento di dare consigli ai tanti giovani del Sassuolo. Ho solo 26 anni, ma qui mi sento un leader».

Da Vanoli a Grosso.
«Sono diversi, come carattere e tipo di lavoro. Vanoli urla molto di più, Grosso è più riflessivo. In passato con qualche allenatore ho avuto problemi, anche per colpa mia, ma non sono stato fortunato. Con loro invece sì».

Sarà una lunga volata per la promozione con Pisa e Spezia?
«In B non si può mai dire. Lo Spezia è solido, anche da noi non ha preso gol. Il Pisa ha un grande entusiasmo con un ottimo tecnico che trasmette carica e serenità. Noi invece abbiamo una grande qualità, a prescindere da chi gioca e chi entra».

Cosa è cambiato dall’anno scorso in questo torneo?
«C’erano più squadre a giocarsela. Magari tra due mesi si avvicina qualcuno, non so: la Cremonese, forse Palermo e Samp. Ma attenzione al Cesena».

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Redazione Ilovepalermocalcio