Perseverare è diabolico

Si fa fatica. Dopo l’ennesima occasione buttata al vento dal Palermo, si fa fatica a trovare le parole giuste per commentare il 2-2 di Livorno. Quando a tre giornate dalla fine non ci si può più aggrappare alla speranza degli scontri diretti contro il Lecce (che tra l’altro deve ancora riposare), si fa fatica ad essere ottimisti. Quando a tre giornate dalla fine il futuro del Palermo non è più nelle mani dei rosanero, si fa fatica a non pensare che andrà a fine come nella passata stagione e che il Palermo dovrà disputare i play off se vuole centrare quel famoso obiettivo chiamato serie A.

Commentare il pareggio di Livorno è strano, perché in realtà se il Palermo non avesse buttato al vento l’occasione di vincere contro il Padova, il 2-2 di oggi non farebbe così male. Padova squadra già praticamente retrocessa lunedì scorso, Livorno ancora in lotta per disputare i play out. Sulla carta, quindi, un punto a Livorno poteva anche andare bene. Sulla carta. Il problema è che prima della sfida del Picchi la vetta distava 6 punti ed il secondo posto 3. Dunque il match Livorno-Palermo era diventato un treno da non perdere in ottica promozione diretta. Per non perderlo servivano però necessariamente i 3 punti, che invece non sono arrivati.

Come previsto, la cura del “profeta” Delio Rossi non ha ancora sortito i suoi effetti. D’altronde soltanto tre allenamenti non possono bastare per mettere a punto i dovuti accorgimenti e dispiace che l’esordio in panchina del tecnico più amato dai tifosi rosanero sia andato così. Lo sanno tutti, le colpe non sono di certo sue.

Sono di chi è sceso in campo. Sono di una squadra che come l’anno scorso sta gettando alle ortiche un campionato. Una squadra che snobba fastidiosamente la serie A e che a questo punto, forse, non la merita nemmeno. Inutile soffermarsi su chi ha segnato, su chi ha sbagliato in occasione dei gol subiti o su chi si è beccato l’ennesima squalifica della stagione. Oggi hanno fallito tutti. Dal primo all’ultimo. Nessun alibi, nessuna attenuante. Perché errare è umano, ma perseverare è diabolico.