Perinetti: «Ricordo quando l’Avellino batté il Messina, permettendo al mio Palermo di salire in Serie B»

L’ex rosanero Giorgio Perinetti ha parlato in conferenza stampa di presentazione ad Avellino.

Ecco le sue parole:

«Ringrazio la proprietà per avermi dato questa opportunità. Ho trovato nel presidente una persona che mi ha dato impressione di solidità ma anche di serenità. Nonostante quello che è successo, sul quale non entro nel merito, ha voglia di ottenere quello che non ha ottenuto fino a oggi, nonostante gli sforzi profusi. È fondamentale anche l’apertura umana, perché le collaborazioni professionali non sono sufficienti. Serve anche un trasporto che vada oltre. Credo di averlo trovato qui con lui e sono felice di avere questa opportunità con la famiglia D’Agostino. Avevo un’opportunità all’estero che però alla mia età non era il caso di provare, e qualche altra cosa. Ma l’Avellino mi ha convinto nel progetto e io punto a vivere il territorio, sarò sempre in città. Non voglio essere un collaboratore dell’Avellino, ma uno che lavora ad Avellino, per l’Avellino. Il 17 marzo 2023 è scomparsa una persona fondamentale per la mia carriera, che ha scommesso su un ragazzo che voleva fare qualcosa nel calcio. Mi fece firmare il mio primo contratto, stagione 74/75. Questa persona si chiama Carlo Pupo, di Avellino, la prima persona che mi ha dato fiducia. Mi piace ricordarlo qui, perché da un avellinese è partita la mia storia calcistica».

«Tanti aneddoti mi legano alla città, come mia moglie scomparsa, che lavorava qui all’Avellino. Ricordo anche quando l’Avellino, che non aveva più nulla da chiedere, batté il Messina, permettendo al mio Palermo di salire in Serie B. Ci sono tante storie che mi legano a questo ambiente. Ora non è il caso di fare promesse, contano i fatti, quello che riesci a realizzare. Il calcio di oggi è molto difficile, basti vedere i playoff oppure le retrocessioni eccellenti dalla Serie B. Ci sono pressioni e noi dobbiamo essere bravi a creare il giusto clima. Io e i miei collaboratori, Luigi Condò e Pierfrancesco Strano, siamo abituati a non spegnere mai il telefono, a non avere giorni liberi. Un direttore da solo, un allenatore da solo, una squadra da sola non può vincere. Ci si può affermare solo se l’ambiente si stringe, se è vicino, con le giuste espressioni di dissenso. Bisogna però aspettare di poter far partire un progetto, di assecondarlo, di aiutare e poi gioire insieme. Insieme si possono ottenere grandi risultati, disuniti non si ottiene niente. Non parliamo più del passato, ci deve servire come riflessione, per sostenere il presente e programmare il futuro. Non trovo sia giusto vivere di ricordi, conta quello che si fa da oggi in avanti. Sono felice di aver trovato qui ad Avellino mister Rastelli. Ieri siamo partiti insieme con questo progetto. Speriamo di dare al mister gli elementi giusti con i tempi giusti. Ci vuole un po’ di pazienza, mirare bene e non sbagliare il bersaglio. Puntiamo a partire con un organico già bene definito sin dal ritiro, ma le finestre di mercato ci dicono che il giocatore “impossibile” dopo Ferragosto può prendere in considerazione anche la nostra società».