Venezia e Palermo sono pronte a sfidarsi. Tedino sa che se vuole raggiungere la serie A non deve più sbagliare una mossa e deve pure provare a staccare Parma e Frosinone, ma non sarà facile. Con Bacconi si stanno studiando le soluzioni migliori, ma intanto l’ex Ds dei lagunari e dei rosanero, Giorgio Perinetti, intervistato da il “Corriere dello Sport”, parlato di Inzaghi e Tedino, ma non solo, di seguito le sue dichiarazioni:
“Prima il Venezia, poi il Bari. Tedino sfida Inzaghi e, quattro giorni dopo, Grosso, nel ballo degli esordienti (in B), in cerca di gloria. Nuova tendenza, a cominciare da Andreazzoli, che finora paga. Percorsi diversi, tutti a cercare la A come traguardo. Allenatori con storie particolari. Mondiali quelle di Inzaghi e Grosso, campioni con l’Italia in Germania; da marciapiede, «semplici elementi di vita, con i quali si lavora e si cresce» sono le sue parole, quelle di Tedino, bravo comunque ad adeguarsi ad una nuova realtà, in una città più ambiziosa, esigente e complicata, di quelle precedentemente frequentate. Necessità che non ha cancellato il suo credo di «sofferenza e convinzione», ma l’ha portato ad adeguarsi, rinunciando ad alcune credenziali del suo Pordenone, per adattarsi ad un campionato che non conosceva, a calciatori scossi da un’annata disastrosa, ad una piazza esigente, fredda e in certi momenti ostile, ad un patron “vulcanico” come Zamparini.
LIMITE O PREGIO? Sicuramente un segnale d’intelligenza che parte dalle caratteristiche dei giocatori e si trasferisce nel modulo utilizzato. E se vogliamo anche nella richiesta di un analista tattico, Bacconi, unico “mondiale” del suo gruppo, proprio alla vigilia dello scontro con il Venezia, micidiale sui calci piazzati. Umiltà e professionalità insieme. Per la A si fa di tutto. E Tedino ha capito che gli resta una sola strada: la promozione. Inzaghi e il Venezia sono i primi clienti difficili. Seguiranno Bari e Grosso, vicende e atmosfere che appartengono anche a Giorgio Perinetti. Sistemato il Genoa ormai salvo, il dg entra nel mondo di Palermo, Venezia e Bari. Racconti che, per lui e per il suo passato, profumano di imprese. «Non ho visto, nel Palermo, il Pordenone di Tedino, come fluidità di gioco e personalità. Palermo non ti stritola, ma pretende. Credo si sia creata una situazione diversa: il Pordenone aveva la possibilità di proporre il suo calcio senza imposizioni. Adattarsi può essere una virtù. Quest’anno, si è incentivata la scelta di allenatori debuttanti, tutti nelle prime posizioni o comunque in lotta per i playoff. Per ottenere un traguardo di solito si prendono tecnici esperti. La nuova tendenza paga … se vinci. L’arrivo di Bacconi? A poche partite dalla fine non riesco a trovarne la logica, non so cosa possa fare un analista tattico. Se oggi è di moda la tecnologia… non lo so, non è una risposta che devo dare e non mi interessa».
ATTENTI AL VENEZIA. «Tedino è un allenatore stimato. Se quello giusto per condurre il Palermo in A, altro discorso. Zamparini lo stima profondamente altrimenti sarebbe a casa da tempo, mentre ha cambiato altri personaggi vicini a lui a mo’ di avvertimento. Un attestato di fiducia. Le ultime 8 giornate sono decisive, ora ne mancano 5. Bisogna vedere chi arriva con più benzina e testa per gestirle. Inzaghi ha dato al Venezia caratteristiche speculative, una grande difesa e tanta attenzione, ripartenze bene organizzate. È professionista di alto livello, sottovalutato perché si pensa sia raccomandato. Si è fatto da solo e ha avuto il coraggio di mettersi in gioco con uno staff che molti in A non hanno. Grosso era l’alternativa ad Inzaghi, in caso di partenza, per spiegare quanto fosse considerato. Il Palermo ha più struttura, giocatori importanti in mezzo al campo. Certo, l’assenza di Coronado pesa, ma Trajkovski può fare la differenza. Ne ha i mezzi. Vince comunque chi ha i nervi saldi. Palermo attento piuttosto alle palle inattive… Inzaghi è bravissimo a sfruttarle». E Tedino, con Bacconi, sta prendendo le contromisure»”.