Perinetti: «Noi guardiamo oltre la B. Anche se le squadre che retrocedono…»

“Il week end pasquale più docle degli ultimi dodici anni, quello vissuto in questi giorni a Venezia. Tanti turisti, ma questa non è una novità, tante bandiere noroverdi. Dopo la festa per la promozione in Serie B per il dg Giorgio Perinetti è stata una Pasquetta di riposo, si fa per dire: «Ho visto la Serie B in tv su Sky» le sue prime parole. Quasi a voler evidenziare che è già proiettato nel futuro. Poi, però, frena subito: «Calma: aver vinto il campionato con tre giornate d’anticipo non ci autorizza a “staccare la spina” su questa stagione: abbiamo tre partite da onorare e il ritorno della finale di Coppa Italia al “Penzo” contro il Matera. All’andata si perse 1-0, possiamo farcela a ribaltare quel risultato e ad alzare la Coppa. Poi, ci saranno le sfide con le due squadre promosse in B per aver vinto il girone A e il girone C di Lega Pro: anche la Supercopppa di categoria può diventare un traguardo da perseguire. Abbiamo una rosa ampia, ci sono giocatori che hanno avuto meno spazio: questo finale di stagione può servire a loro, ma anche alla società per capire meglio il futuro». Un futuro su cui Perinetti non vuol vendere facili illusioni, ma programmare come ha fatto in questi due anni: «Bisogna ragionare con calma. Non farsi prendere dalla frenesia e trascinare dagli eventi. Quando il presidente Tacopina mi ha chiamato non c’era nulla, era l’anno zero. Siamo ripartiti dai dilettanti senza avere la minima certezza. Con l’imperativo di vincere. Centrare il doppio salto dalla D alla B era riuscito, in sessant’anni, solo al Mantova e al Treviso. Il presidente mi aveva chiesto di arrivare in B e ci siamo riscito. Ora rifletteremo su su quello che andà fatto». La cadetteria è un campionato che non fa sconti. Perinetti ha centrato tre volte il salto dalla B alla A con Bari, Siena e Palermo ma, giustamente, frena chi pensa che vincere sia diventato un obbligo per il Venezia: «Il giorno dopo la partita col Fano, quella della promozione matematica, il presidente è ripartito per l’America e tornerà per la finale di Coppa Italia mercoledì 26 aprile. Allora potremo iniziare a pensare al futuro. Una cosa, però, mi preme mettere in chiaro subito: in questi due anni abbiamo lavorato molto sulla squadra per renderla il più competitiva possibile. Quando non puoi permetterti di arrivare secondo in Serie D, quando sei in un girone di Lega Pro come il nostro con formazioni da anni ai vertici, e altre che si chiamano Parma, Padova, Reggiana tutto si complica. Adesso, per fare un salto di qualità fondamentale, serve migliorare le strutture, avere una società efficiente, migliorare sotto tutti gli aspetti. Ma sono fiducioso: so che in questo momento al Venezia ci sono i presupposti giusti per continuare a crescere».  Possibilmente con il nuovo stadio sulla terraferma: «Queste due promozioni hanno dato impulso ad un progetto che poggia su basi solide. E’ lapalissiano che le infrastrutture sono fondamentali, e tra queste c’è sicuramente lo stadio di proprietà». Inevtabile chiedere se Pippo Inzaghi rimarrà in panchina: «Ha un contratto con noi – premette Perinetti – lui è felice di stare al Venezia e sa che in questa società trova tutte le componenti ideali per proseguire un percorso professionale. Ma sono il primo a rendermi conto che se per lui dovesse arrivareuna proposta irrinunciabile da parte di un club di Serie A, allora diventerà difficile trattenerlo. Vedremo… Per adesso, non mi stancherò di ripeterlo, abbiamo ancora davanti degli obiettivi da perseguire». Tra questi, per esempio, mantenere l’imbattibilità nel 2017. L’ultima sconfitta nella prima giornata del girone di ritorno a fine dicembre a Forlì (1-0). Da allora 15 partite senza sconfitte, capolista solitaria da 18 giornate, 13 successi esterni dei quali 7 consecutivi. Un biennio destinato ad entrare nella storia dei lagunari: Dalla serie D alla serie B con 73 partite con 50 vittorie. 18 pareggi, 5 sconfitte (2 in D e 3 in Lega Pro), 168 punti conquistati, 144 gol fatti e 52 subiti in due campionati che hanno consentito al Venezia di tornare nel calcio che conta. Con la serie… A nel mirino. Ma come saggiamente sostiene il direttore Perinetti: «Non deve essere un obbligo. In B vincere è durissima. Ci sono squadre che scendono dalla A e che possono permettersi budget notevoli. Ma noi siamo il Venezia: non ci piace partecipare…»”. Queste le parole di Giorgio Perinetti ai microfoni di “Tuttosport”.