Intervistato da Fabrizio Bertè per Repubblica Palermo oggi in edicola, Giorgio Perinetti, ex direttore sportivo del Palermo in tre diversi periodi (1993-1995, 2000-2002 e nella stagione 2013-2014), ha espresso il suo legame profondo con la città e i tifosi rosanero. Perinetti ha parlato della recente rivoluzione dirigenziale che ha portato Carlo Osti al timone come nuovo ds, dopo l’esonero di Morgan De Sanctis e del suo vice Giulio Migliaccio.
La scelta di Osti e l’esonero di De Sanctis
«De Sanctis è un amico e mi dispiace tanto per lui», ha dichiarato Perinetti. «Ma da poco lo avevo affettuosamente rimproverato. Certe piazze hanno bisogno di una costante presenza sul territorio e di persone che conoscano l’ambiente o che si possano attivare per conoscerlo nel più breve tempo possibile. Palermo è una di queste. De Sanctis è un professionista serio e competente, ma spesso è necessaria una comunicazione diversa e più attenta. Con la stampa, con i tifosi e con la città. Palermo ha bisogno di una forte empatia e forse Morgan si era chiuso troppo in sé stesso».
Perinetti ha poi sottolineato l’importanza di avere una figura di riferimento costante: «Palermo ha bisogno di una figura di riferimento. Io vivevo la città e quando vedevo i tifosi che mi aspettavano sotto la sede mi fermavo a parlare con loro. I risultati sono fondamentali ma quando vengono a mancare, i tifosi hanno bisogno di altro, di figure confortanti».
Un esempio di gestione vicina ai tifosi.
Perinetti ha raccontato un episodio significativo durante la sua esperienza al Palermo:
«Ricordo un’amichevole tra il Palermo e la Roma: un giornalista chiese a Franco Sensi di farsi vedere più spesso e lui rispose così: C’è Giorgio che mi rappresenta. Fidatevi di lui. Sensi veniva raramente a Palermo ma si fidava di me. E tutti sapevano che io ero sempre presente».