Pescara-Palermo 3-2 è una di quelle partite che si fa fatica commentare. Una delle migliori gare giocate quest’anno dalla squadra di Roberto Stellone, ma il risultato parla chiaro ed è favore degli uomini di Pillon. Ieri sera i rosanero hanno letteralmente gettato alle ortiche 3 punti d’oro, al termine di una partita che dire dominata sarebbe riduttivo. Ma si sa, nel calcio vince chi segna un gol in più dell’avversario e non chi crea occasioni a mai finire. Anche perché, col senno del poi, a cosa è servito creare infinite occasioni da rete se poi il tabellino dice che hai fatto soltanto due gol? Le statistiche di Pescara-Palermo sorridono ai rosanero, ma oggi non servono nulla.
Se non mancassero solamente sette partite al termine del campionato sarebbe più semplice riuscire a prendere ciò che di buono è avvenuto durante il match dell’Adriatico. Ma il tempo stringe e per il Palermo la serie A anziché avvicinarsi si allontana giornata dopo giornata. Il primo posto in classifica è già andato da tempo. Il secondo in sole due partite dista ben 4 punti. Una distanza non proibitiva quella che separa il Palermo dalla coppia Brescia-Lecce, ma il ricordo di quanto avvenuto nella passata stagione è più vivo che mai. I fantasmi dello scorso anno tornano a spaventare l’ambiente rosanero che inizia a rivivere quello che è stato un vero e proprio incubo. Sembra un film già visto, d’altronde gli attori protagonisti per la maggior parte sono gli stessi. Cambiano soltanto gli antagonisti.
Anche la trama è molto simile: riuscire a distruggere con le proprie mani quanto costruito nel girone d’andata. Proprio come avvenuto ieri sera a Pescara. Passare in vantaggio in rimonta, collezionare palle gol nel primo tempo, farsi segnare due reti nella ripresa senza riuscire a farne mezza. Poco importa se il Pescara è stato anche fortunato. Poco importa se Del Grosso non andava in rete da 6 anni o se Memushaj ha fatto il più classico dei ”gol della domenica”. Perché a sette giornate dalla fine del campionato conta soltanto che tu sei il Palermo, hai dichiarato un obiettivo sin dall’inizio del campionato, sai di essere una squadra forte e dici di volerti riprendere ciò che ti è stato tolto lo scorso anno. Allora dimostralo, non c’è più tempo per gli alibi e per i passi falsi. Adesso basta.
Basta fare fatica con le più piccole. Basta collezionare gialli e squalifiche in modo troppo ingenuo. Basta con le rimonte subite. Basta avere la partita in mano senza chiuderla a tempo debito. E, per favore, basta chiamarla sfortuna.