L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Alberto Pelagotti, portiere del Palermo. A parte suo padre, ha altri maestri? «Mio padre ha giocato nella Fiorentina, ma a quei tempi il calcio era più difficile per le famiglie e non è riuscito a esprimere tutto il suo valore. Ha fatto una buona carriera. Il mio punto di riferimento fuori casa è Mauro Marchisio, lo storico preparatore dell’Empoli. Mi ha insegnato tanto, mi ha perfezionato e ha lavorato su di me cercando di limare i miei difetti. Non è stato il mio primo allenatore, ma il mio primo vero tifoso».
Parlate di calcio con suo padre o il pallone in casa non entra? «Prima se ne parlava di più, ora molto meno. Da quando è nato Liam tutti sono attratti dai bambini. Dalla più grande Nicole all’ultimo arrivato. Quando capita, però, parliamo molto, anche se ogni tanto non sa nemmeno dove vado a giocare».
È soddisfatto della sua carriera? «Bella domanda: lo sono in parte, ma non sono soddisfatto di tante scelte.
Qualche soddisfazione me la sono tolta, anche se forse sono più le delusioni che le soddisfazioni. Qualche rimpianto c’è sempre: ne ho vari, ma ora a trent’anni posso dire di avere trovato la mia quadratura».