Attraverso il proprio sito ufficiale, il notop esperto di calciomercato, Alfredo Pedullà, celebra con un lungo pezzo l’esordio di Fabrizio Alastra. Ecco quanto si legge: “Al primo rinvio oggi mi tremavano le gambe”. C’è tutta l’incoscienza dell’esordiente, nelle parole di Fabrizio Alastra. Un debutto da ricordare, più per la prestazione personale che per il risultato ottenuto dalla sua squadra. Il giovane portiere del Palermo ha inserito per la prima volta il suo nome in un tabellino di serie A, ieri contro il Torino. E lo ha fatto a modo suo: da protagonista. Peccato, però, che di fronte ci fosse un Ciro Immobile scatenato e soprattutto una difesa non all’altezza, perforata già 42 volte in 25 partite (come il Verona ultimo in classifica) e che non fa dormire sonni tranquilli in ottica salvezza. Il Frosinone è a sole quattro lunghezze e in tre delle prossime quattro partite i rosanero se la dovranno vedere con squadre del calibro di Roma, Inter e Napoli. Il tutto condito dall’infortunio di Stefano Sorrentino: per lui si tratta di lesione da impatto al bicipite femorale destro, i tempi di recupero sono stimati in alcune settimane. E così spazio proprio ad Alastra. Che non ha perso tempo e non ha per nulla fatto rimpiangere il capitano. Lui, nato a Erice il 1 ottobre del 1997, ha fatto subito venire in mente un altro estremo difensore, quel Gianluigi Donnarumma che con le sue parate ha blindato la porta del Milan. Qui parliamo di un classe 1999, ma tant’è. I due sono quasi coetanei e colleghi di mestiere e di grandi interventi. Per informazioni chiedere a Giampiero Ventura. O meglio, a Benassi, Bruno Peres e allo stesso Immobile, i cui tiri sono entrati in rotta di collisione con il nuovo astro nascente del calcio italiano (al centrocampista per ben due volte è stata negata la gioia del gol). Quattro prodezze da vedere e rivedere, da gustare per il bene della prospettiva. Soprattutto quella azzurra, si intende. E’ stata lui l’unica nota lieta di un pomeriggio da incubo per i supporters siciliani. Eppure la domenica palermitana era cominciata bene, con la rete dopo soli tre minuti del solito Alberto Gilardino su assist di Morganella. Poi, il black out. Durato almeno per tre quarti di gara. E protocollato dalle marcature dell’ex Siviglia (due, di cui una su rigore) e dall’autorete di Gonzalez, che già all’andata si era reso protagonista di tale evento sfortunato. Ma lui, Fabrizio Alastra, colpe non ne ha avute nell’economia dell’1-3 finale. Quando Sorrentino ha chiaramente chiesto il cambio, il suo mentore Giovanni Bosi, che fino a qualche giorno prima lo aveva allenato col la Primavera, sapeva che i pali del Barbera sarebbero rimasti in ottime mani. E pensare che esattamente due anni fa, il 17 febbraio del 2014, il giovane portierino veniva nominato come miglior numero uno del Torneo di Viareggio. Una competizione giocata quasi per caso. Già, perché fino alla stagione 2012/2013 (chiusa con la promozione in B) Alastra era nel settore giovanile del Trapani. Poi qualcuno a Palermo lo notò e non esitò a portarlo in rosanero. Fu proprio Bosi a lanciarlo titolare per la prima volta, nonostante nelle sue gerarchie – dopo l’infortunio di Pellitteri – fosse avanti Braccalenti. Gerarchie che furono prontamente sovvertite: se il Palermo è arrivato fino alle semifinali (prima del ko ai rigori contro l’Anderlecht, poi sconfitto in finale dal Milan di Inzaghi), il merito è stato anche suo. Inevitabile la convocazione (anche se solo come quarto della graduatoria) in prima squadra. Quest’anno la promozione a terzo, dietro a Sorrentino e Colombi. Quest’ultimo è stato ceduto a gennaio al Carpi e sostituito da Posavec, che però al secondo allenamento si è rotto un dito. Una serie di eventi che il destino aveva riservato per lui. Perché da qualche parte era già scritto che ieri dovesse consumarsi il suo esordio in A. Un debutto che, come detto, è andato in scena senza patemi d’animo. Almeno esternamente, perché il turbinio di emozioni che Fabrizio ha provato dentro di sé lo ha confessato subito dopo il match. L’Italia Under 19 può contare sulle grandi doti fisiche e tecniche di Meret dell’Udinese e di Audero della Juve. Noi non abbiamo dubbi sul fatto che il terzetto sarà presto completato proprio da Alastra. E anche Gigi Buffon può stare più che tranquillo: quando quel fatidico momento arriverà, alle sue spalle non ci sarà altro che l’imbarazzo della scelta”.