L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Pedrola in merito alla serie B e al Palermo.
Il più decisivo fra i talenti della B nati dal 2003 in poi è il sampdoriano Estanis Pedrola, 20 anni, che nei primi quattro turni ha toccato ventidue palloni nell’area avversaria. Nessuno ha fatto meglio di questo ex canterano del Barcellona (due gol, miglior marcatore blucerchiato), il giovane più forte di Andrea Pirlo.
Alla sua prima stagione in Italia, il suo inserimento è stato rapido. Che personalità… «Sono entrato in punta di piedi, era un ambiente nuovo, ma non ho trovato difficoltà. C’è un gruppo rinnovato, ho partecipato a questo processo di crescita. E’ vero, ho carattere, ma non c’è stato il tempo di riflettere quando sono andato in campo. Aggiungo che questa Samp non sempre ha ottenuto sin qui quel che avrebbe meritato, ma la strada è giusta».
Tante offerte, ma non ha avuto dubbi a dire sì alla Samp. «Era l’opzione migliore, mi hanno parlato del progetto che prevede il ritorno in A, è qualcosa di affascinante e unico, una sfida da cogliere. Non era un’opportunità come tutte le altre. E poi parliamo di un club storico, che ha un passato importante anche a livello europeo. Posso imparare una lingua e una cultura nuove, era il momento giusto per svoltare».
Il suo più grande desiderio? «La Serie A, vorrei centrare subito la promozione. Vogliamo ritornare là in fretta. Il club punta a farcela in due anni? Noi vogliamo provarci adesso, anche se la strada è complicata, ho visto squadre molto forti come Parma, Cremonese e Palermo».
Lei e il calcio, amore per caso. «Avevo uno zio arbitro, ma i miei non erano interessati a questo mondo. Da piccolo giocavo anche con le bambine, finché un giorno ho sentito una scarica di adrenalina ed è iniziato tutto. I miei fratelli hanno seguito la mia strada. Uno gioca nell’Espanyol, l’altro in un college negli Stati Uniti».
Un grande ex doriano, Munoz, pure lui giunto qui dal Barcellona, ha detto di lei: «Pedrola è uno dei più grandi talenti del calcio spagnolo». «Grazie, ma ho vent’anni, posso crescere ancora tanto. La difficoltà sarà mantenere questa reputazione».
Il suo modello? «Neymar è il più grande, mi sarebbe piaciuto se fosse rimasto a Barcellona. Seguo molto la Premier, oggi mi piacciono molto Mitoma del Brighton e Martinelli dell’Arsenal».