L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista a Javier Pastore. L’argentino racconta i suoi trascorsi in rosanero e si sofferma su Zamparini e Delio Rossi.
Un aneddoto con Zamparini. «Ero appena arrivato in ritiro dall’Argentina, 14 ore di aereo e due di macchina per raggiungere l’Austria. Mi chiese di partecipare immediatamente ad una amichevole già cominciata. Ma come? Ero felice e imbarazzato: “Le valigie non mi sono arrivate non ho le scarpe da gioco …”. “Andiamo a comprale”. Mi prese per mano come un ragazzino e mi portò in un centro commerciale. Voleva che prendessi di tutto. “Presidente, mi servono solo le scarpe e i parastinchi”, la mia timida risposta. Mi fece cambiare in fretta e disse a Zenga di impiegarmi per qualche minuto. Mi trattava come un figlio e ogni giorno mi portava nel suo ufficio chiedendomi se avevo bisogno di qualcosa. Gli sono veramente grato».
Zenga o Delio Rossi? «Rossi mi ha cambiato la testa insegnandomi la tattica e la necessità di correre per recuperare palla e aiutare chi stava accanto, senza incidere sulle mie giocate. Così, mi ha spalancato le porte dell’Europa».