Parte il piano Bonus bancomat: ecco come funziona e a chi spetta

Un pagamento POS con carta di credito a Roma, 18 dicembre 2019. ANSA / ETTORE FERRARI

Un nuovo bonus da parte del governo Draghi. A spiegarlo è “Gds.it” il quale riporta che si tratta del piano del premier contro l’evasione fiscale. Si vuole favorire l’utilizzo di metodi di pagamento elettronici, come carte di credito e bancomat, per ridurre la circolazione di contante.

Ecco nel dettaglio di cosa si tratta:

Cos’è – Il bonus bancomat, o Pos, si rivolge invece solo ai rivenditori. La legge 23 luglio 2021, n. 106 ha modificato l’articolo 22 e introdotto l’articolo 22-bis al decreto-legge 26 ottobre 2019, prevedendo due cose: un aumento del credito d’imposta sulle commissioni un nuovo bonus Pos, fino a 160 euro o 320.

Come funziona – Aumenta al 100% del credito d’imposta riconosciuto agli esercenti attività di impresa, arte o professione, che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali e che adottino strumenti di pagamento elettronico. In pratica, viene portato dal 30% al 100% il credito d’imposta riconosciuto agli esercenti per le commissioni addebitate in caso di pagamento con bancomat, carte di credito, prepagate e altri strumenti di pagamento tracciabili. Il secondo aspetto riguarda il riconoscimento di un credito d’imposta agli esercenti attività di impresa, arte o professione che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali e che, tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022, acquistano, noleggiano o utilizzano POS, cioè strumenti che consentono forme di pagamento elettronico collegati agli strumenti di pagamento evoluto. Il credito è utilizzabile anche a fronte delle spese di convenzionamento e alle spese sostenute per il collegamento tecnico tra di essi.

Come si calcola – Il credito d’imposta per l’acquisto, noleggio o utilizzo dei Pos è riconosciuto nel limite massimo di 160 euro per soggetto: 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro; 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro; 10% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. Il credito d’imposta sale invece fino a 320 euro per chi si dota di strumenti evoluti di pagamento elettronico, che consentono anche la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi.

Come è strutturato l’importo – 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro; 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro; 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.

Come vanno utilizzati – Potranno essere utilizzati esclusivamente in compensazione dopo il sostenimento della spesa. Non serve alcuna domanda da inoltrare né nessuna procedura da seguire per farne richiesta. Gli esercenti potranno semplicemente richiedere il credito di imposta in fase di dichiarazione dei redditi.