Il tecnico del Parma Fabio Pecchia ha partecipato all’incontro dei soci del Panathlon Club, in cui ha parlato della stagione dei suoi e del suo futuro.
Di seguito le sue parole:
«”Io ho avuto la fortuna e la possibilità di giocare in Serie A, con tutti gli onori del caso, ma diversi miei amici come me non hanno potuto vivere un’infanzia normale, ma nonostante i sacrifici non hanno ottenuto il risultato sperato. Quando ho smesso di giocare già pensavo di esser pronto per allenare, avevo giocato 300 partite e avuto diversi allenatori. Alla prima esperienza ho preso una batosta e allora ho capito quanto fosse importante l’esperienza, ho fatto un passo indietro e mi son messo a studiare. Ho avuto un rapporto burrascoso con diversi allenatori, perché mi piaceva essere molto diretto. Tanti allenatori lo hanno apprezzato, i vari Spalletti e Guidolin, qualcun altro meno. Io ero sempre dalla parte dello spogliatoio e lo vivevo dall’inizio alla fine. Tutto ciò che sta uscendo sono interferenze che provano a minare il lavoro fatto nei diciotto mesi da quando sono a Parma, vanno gestite. Mi piace gestire la rosa, mi piace gestire le risorse. Mi viene messo a disposizione un gruppo di 27 giocatori e voglio ottenere il massimo da tutti. Se un ragazzo è sereno fuori dal campo sarà un giocatore che può esprimere il proprio potenziale, altrimenti è complicato trarne il massimo dal punto di vista tecnico. Io son arrivato a Parma perché ho vinto a Cremona. Quando siamo partiti quest’anno vedevo che la città mi voleva per vincere, quello era lo stato d’animo. I risultati sono il frutto del lavoro del club, tutti quelli che ci ruotano attorno devono lavorare in questa direzione. Mi auguro che in questo ci sia sempre anche la città. Anche a Pasquetta invito i parmigiani a seguirci al Tardini. Abbiamo una squadra giovane che vive di sensazioni ed entusiasmo, vogliamo creare un clima anche di leggerezza, è una partita di calcio e va giocata, ovviamente per vincere».