L’attuale allenatore del Cagliari Pecchia, al termine dell 0-0 in casa contro i sardi che ha sancito l’uscita dai playoff per gli emiliani, ha parlato lasciando trasmettere tutta la sua amarezza e delusione.
Di seguito le sue parole:
«La domanda sugli arbitri va fatta su qualcun altro non a me. Io sono orgoglioso dei miei, la città dovrebbe essere orgogliosa di questo gruppo. Il percorso di questi ragazzi da inizio anno c’è stato, c’è stata una crescita straordinaria. Clima fantastico al Tardini, la squadra ha voluto giocare fino all’ultimo. 180 minuti giocati con personalità, anche nei momenti in cui dovevamo soffrire. Situazione di grande dispiacere. Dall’altra parte c’era una squadra che poteva gestire la situazione, il vantaggio. Nel secondo tempo abbiamo gestito il campo, eravamo più bravi. Mancato un po’ di spirito di buona sorte, tra Bonny e Zanimacchia è andata un po’ male. Grande amarezza».
«Io credo che oggi sia stata una gran bella cosa, manifestazione bella. L’aspetto sportivo e tecnico brucia, me lo porterò dietro insieme a tutti i miei ragazzi. Deve essere uno stimolo per le prossime esperienze. Se non mi caccia il presidente, credo che rimarrò. Abbiamo bisogno di qualità, l’ho sempre detto. Sia quando le partite sono aperte, sia quando sono chiuse. Non era semplice passare, Bonny e Camara sono entrati bene. Serviva qualcosa che potesse rompere gli equilibri e in quel caso la partita poteva prendere pieghe differenti. Mihaila forse poteva dare qualcosa in più, ma non era facile cambiare la partita. Vedevo una squadra in equilibrio e volevo capire se il Cagliari potesse cedere dal punto di vista fisico. Il cambio di Circati per infortunio ha complicato un po’ le cose».
«Primo tempo dell’andata un godimento totale per chi fa il mio mestiere. Il secondo tempo ci può stare. Il Cagliari l’ha ribaltata. C’è voglia di stare a casa con la famiglia, perché fa male. Il club ha una struttura forte ed è in grado di ripartire con ancora più entusiasmo, tutta la gente di Parma deve essere orgogliosa e fiera. Si può costruire un percorso importante. Al triplice fischio mi è ritornata la partita di Cagliari. Ho amato i miei ragazzi per tutto il tempo, ci hanno creduto fino all’ultimo ma non ci sono riusciti. Questa squadra ha trovato un equilibrio e l’ha dimostrato sul campo, è in grado di far gol, di essere propositiva e di mostrare un grande calcio. Per costruire le squadre abbiamo fatto il doppio delle vittorie dell’anno scorso. Avere mentalità vincente vuol dire vincere e tornare ad allenarsi per vincere la prossima. Il club ha una filosofia chiara, bisogna capire dove ci si trova e serve tempo. Il tempo fa crescere i giovani e maturare la mentalità».