Enrico Miccoli, padre dell’ex capitano del Palermo in questi giorni condannato a 3 anni e mezzo di carcere, si è espresso in merito alla vicenda.
Ecco le sue parole rilasciate a “Il Corriere del Mezzogiorno”:
«Non si aspettava di finire in carcere. Il mondo del calcio è con lui così come tutte le persone che lo vogliono bene. Fin da quando ha fondato la sua scuola calcio a San Donato lui è sempre stato solidale e ogni anno organizzava “la partita del cuore” per raccogliere fondi e fornire strumentazione medica negli ospedali. Nella prima fase di Pandemia ha donato generi alimentari a chi non aveva provviste, ha tolto gente dalla strada. Non voglio pensare sia così, ma gli hanno voluto dare una bella lezione per quella parola “fango”, nei confronti di Falcone. Per questo lui aveva chiesto scusa in lacrime davanti alla televisione ma c’è chi non lo ha perdonato. Lui è in carcere mentre chi ha sciolto i bimbi nell’acido è a piede libero. Ho capito che le cose non dovevano andare bene quando il giudice ha insistito per l’imputazione coatta di Fabrizio, nonostante la procura avesse chiesto per due volte l’archiviazione del caso. Ormai era deciso che mio figlio dovesse pagare, lui che al massimo ha preso qualche multa con l’autovelox. La Cassazione non ha neppure letto le carte: c’era gli atti una telefonata in cui Fabrizio chiedeva a Lauricella di “Lasciarlo perdere”, ma non è stata presa in considerazione dai giudici. A scuola calcio i più piccoli non capiscono mentre i più grandi ci stanno vicini. Mio figlio ci ha chiesto di andare avanti come se nulla fosse successo e noi lo stiamo facendo, anche per lui. Dobbiamo solo avere pazienza».