Panchina dei rosanero in gioco. Ecco perché Corini resta in pole
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla panchina del Palermo con Corini in pole.
Corini gode tuttora di un piccolo vantaggio, in virtù del suo passato da giocatore, nonché da capitano, rosanero, e per il fatto di avere già allenato il Palermo in A nel 2016 per un breve periodo concluso con le dimissioni a causa delle forti divergenze con il presidente Zamparini. Corini, inoltre, è stato uno dei primi nomi vagliati sulla linea di condivisione tra il gruppo dei dirigenti siciliani e il City Group per il suo percorso professionale che lo ha visto conquistare una promozione in A con il Brescia nel 2019 e andarci vicino con il Lecce e pure con il club di Cellino quest’anno.
D’Angelo è lì, ad un’incollatura, per quanto ha fatto vedere negli ultimi quattro anni alla guida del Pisa con cui, nell’ultima stagione, ha conquistato la finale playoff, persa con il Monza. Sono due tecnici che per caratteristiche si sposerebbero perfettamente con il progetto pluriennale che il City Group intende sviluppare: un anno di consolidamento in B, per poi preparare la scalata alla Serie A. Quello che sarebbe dovuto partire con Baldini, ma che poi è stato frustrato dalle dimensioni inaspettate del tecnico toscano