L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla cessione societaria del Palermo e lo fa intervistando un tifoso rosanero, ovvero, Tony Sperandeo.
Ecco le sue parole:
«Se ho la speranza che gli arabi proprietari del Manchester City possano entrare nel Palermo? Le rispondo così: come mi chiamo io? Sperandeo, ho detto tutto». Tifosissimo della squadra rosanero, l’attore palermitano Tony Sperandeo commenta con cauto ottimismo la notizia di una trattativa in corso fra la società di Dario Mirri e City Group, la holding dello sceicco Mansour che detiene anche il club inglese. Sperandeo compie 69 anni l’8 maggio, proprio il giorno in cui la formazione di Baldini debutterà nella prima sfida d’andata dei play-off, partendo dal primo turno nazionale. Talmente appassionato ai colori del Palermo, l’attore compose negli anni Ottanta insieme a Giovanni Alamia l’inno “Ghiaccioli all’arancio, sapuri ri gol” che, in piena era Zamparini, si piazzò al terzo posto in una selezione per eleggere quello ufficiale.
Sperandeo ha continuato a sostenere il club della propria città anche dopo il fallimento e adesso sogna, come tutti i tifosi, una svolta societaria, magari insieme alla promozione.Che ne pensa di questo possibile ingresso degli sceicchi nel club? «Speriamo… Ne sento parlare fin dai tempi di Zamparini. Io sono come San Tommaso: devo vedere e toccare con mano. Di sicuro, so soltanto una cosa: Mirri è una persona seria, se fa questa operazione è perché si rende conto che potenzialmente, da solo, non ce la può fare ma intanto cerca in tutti i modi di trovare degli acquirenti che lui reputa persone serie e che possono fare il bene del Palermo».
Che fa, non si entusiasma? «Le chiacchiere stanno a zero: quando avremo la certezza che ci sarà lo sceicco organizzeremo una sfilata di cammelli per il signor Mansour e io sarò il primo a guidare un cammello»
Quali sono, invece, le sue aspettative in vista dei play-off? «Ho sensazioni molto positive, perché nelle ultime gare ho visto un Palermo diverso. Adesso è una squadra compatta, che ha registrato la difesa e ha acquisito maggiore fiducia. Tutto questo grazie soltanto a una persona: Silvio Baldini. L’allenatore ha trasformato i giocatori con la sua esperienza e, quindi, si deve solamente pensare in modo positivo».
Quindi è stato decisivo il cambio in panchina, passando da Filippi a Baldini? «Per carità, io ammiro Filippi. Però Baldini ha più esperienza. I risultati lo dimostrano. Ovviamente senza offesa per Filippi, che conosco e apprezzo. L’ex tecnico è uno bello “cazzuto”, ma l’esperienza in questi casi conta molto e Baldini ce l’ha».
Si può considerare il tecnico come il vero rinforzo del mercato di gennaio? «Beh, ricordiamoci che lo stesso Baldini ha dato una bella sterzata con quello sfogo con i giocatori dopo il pareggio a Potenza, quando li accusò di ammutinamento. A un certo punto, per come si era messo il campionato, ero preoccupato. La strigliata è servita molto per ottenere il terzo posto finale».
Ai play-off chi può essere decisivo tra i giocatori rosanero? «Sicuramente Brunori ma non soltanto lui. Ciò che fa la differenza, secondo me è il gioco e la mentalità. Negli ultimi tempi ho notato che questi elementi ci sono stati».