L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni del comico palermitano Roberto Lipari:
«Per esempio qualche settimana fa sono stato alle Poste, mi sono arrivati alcuni regali dagli amici e sono dovuto andare a ritirarli. Lei non immagina la fila che c’era: enorme, le persone stavano in coda distanziate pochissimo le une dalle altre, e qui mi rifaccio agli atteggiamenti del singolo, che ognuno di noi dovrebbe migliorare per rispetto di noi stessi e degli altri. Sulla parete ancora si fa la lista con la penna per prendere il turno e quella penna passava di mano in mano: se tu moltiplichi il principio delle Poste per tutte le altre cose, questo ti dà il senso dell’aumento dei contagi».
«Giusta la nuova stretta? Necessaria. Però forse il regalo migliore che ci possiamo fare, intanto, è riuscire a non trovare un solo colpevole in questa situazione, a non alimentare la macchina che manda avanti la terza decade del 2000, ossia l’odio. Quindi riflettiamo non tanto su quanto i siciliani siano colpevoli ma quanto io sia colpevole. E agiamo di conseguenza, migliorando i nostri comportamenti quotidiani: mascherina, distanziamento, non vedere i genitori e i nonni, gli abbracci rimandiamoli a dopo, a quando tutto sarà passato. È necessario avere un equilibrio».