L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla difesa del Palermo con Marconi leader.
Lunedì pomeriggio, in occasione dell’arrivo del pullman della squadra nel piazzale dello stadio, un tifoso ha chiesto: «Dov’è San Marconi?» alludendo al clamoroso salvataggio sulla linea del difensore rosanero sul colpo di testa di Chiricò in seguito all’errore in uscita del portiere Massolo nella finale d’andata dei playoff giocata domenica all’Euganeo. Il volto di Marconi, senza mischiare sacro e profano, non è stampato sui santini religiosi presso edicole votive ma la prodezza compiuta tre giorni fa è comunque un’icona.
E’ la “fotografia” dei playoff da urlo di cui si è reso finora protagonista il centrale difensivo classe 1989. Lo scettro del potere, già esibito dagli attaccanti in grado con i loro gol di lasciare il segno, è in mano anche al difensore bresciano. Tutti, nel Palermo, si stanno ritagliando una fetta di gloria. Lo hanno fatto finora i giocatori deputati alla fase offensiva e lo sta facendo pure il numero 15 rosanero con un rendimento costante e di altissimo livello caratterizzato da reattività, tempismo, abilità nel gioco aereo e anche velocità nell’uno contro uno. Fondamentale, quest’ultimo, che non è mai stato il suo cavallo di battaglia ma sul quale sta migliorando molto facendo leva soprattutto sul suo ampio bagaglio d’esperienza.
Sono solide le basi sulle quali i rosanero stanno costruendo il proprio edificio con vista sulla serie B e questa stabilità, come dimostra il fatto che domenica a Padova è arrivato il terzo “clean sheet” consecutivo, è riconducibile anche ai progressi fatti registrare in fase difensiva. Concetto che coinvolge tutti i reparti ma che inevitabilmente chiama in causa direttamente Marconi, uno degli artefici dell’exploit del Palermo targato Baldini. Il difensore cresciuto nelle giovanili dell’Inter ha giocato con una certa continuità in questa stagione anche nella precedente gestione tecnica (11 presenze in campionato e due in Coppa Italia) ma, quello visto finora in questi playoff è il miglior Marconi ammirato da quando indossa la maglia rosanero.
Un giocatore più sicuro, in fiducia e più consapevole dei propri mezzi in virtù di una centralità di cui prima non godeva pur avendo avuto sia alle dipendenze di Boscaglia che di Filippi diverse opportunità per ritagliarsi uno spazio importante e dimostrare che nell’agosto 2020 la società ha fatto bene ad acquistarlo dal Monza facendogli firmare un biennale. E adesso? In attesa di schiarite sul suo futuro (il suo contratto scade appunto il 30 giugno), Ivan non vuole fermarsi. Ha fame di successi e dopo le 4 promozioni ottenute in carriera con Gubbio, Savona, Cremonese e Monza, freme dal desiderio di aggiungere un’altra perla alla propria collana.