Palermo-Venezia, il doppio ex Novellino non dimentica Zamparini: «Era un grande uomo d’onore»
L’edizione odierna de “Il Gazzettino” si sofferma sulla gara tra Venezia e Palermo e lo fa intervistando il doppio ex Walter Novellino.
La più grande partita degli arancioneroverdi in Serie A? Chiedete a chiunque in città, la risposta sarà sempre la stessa: 14 marzo 1999, Venezia-Fiorentine 4-1. La proverbiale ciliegina sulla torta su una stagione memorabile a due velocità: un girone d’andata da piena retrocessione e uno di ritorno da corsa scudetto. Oggi, venticinque anni fa, Alvaro Recoba firmava al Penzo una spettacolare tripletta contro i viola di Batistuta e Rui Costa primi in classifica. Quella partita rese immortale il Chino come un Maradona di laguna, eroe veneziano ad honorem a dispetto dei soli sei mesi trascorsi alla corte arancioneroverde.
Capitano di quella banda di pirati, ammazzagrandi di professione della stagione 1998-99, mister Walter Novellino. «A dire il vero il capitano dei pirati era Iachini. Ma letteralmente proprio: quando salivamo sulla barca per andare alla stadio issava sempre una bandiera nera col teschio».
Fu una stagione memorabile, che ricordo ne ha? «Era un grande gruppo. Nel girone di ritorno non ce n’era per nessuno, abbiamo fatto quasi più punti di tutti, secondi solo alla Lazio. Per noi è stato come vincere un campionato».
Eppure quel campionato da neopromossa il Venezia non l’aveva cominciato molto bene. Poi arrivò Recoba… «Prima che arrivasse lui era difficile preparare le partite. Facevamo tutto bene, ma alla fine ci mancava sempre quella qualità, quel guizzo in più. Per fortuna poi Massimo Moratti ce lo diede, grazie anche al lavoro di Beppe Marotta (allora ds dei lagunari, ndr). Con lui è diventato tutto più facile: facevamo un 4-2-3-1, eravamo tra i primi, oggi è un modulo che va tantissimo. Con Recoba si poteva fare perché era fortissimo nell’uno contro uno. E poi lui era determinante nei calci da fermo: batteva angoli e punizioni. In quella partita contro la Fiorentina venne fuori tutto il suo straordinario talento, ne uscì una gara memorabile».
Segue ancora il Venezia? «Certo, è una società che mi è rimasta nel cuore. Mi pare che stia andando molto bene».
Le piace mister Vanoli? «Moltissimo, è un allenatore veramente bravo e bisogna fargli i complimenti per quello che ha realizzato. Secondo me il Venezia può centrare la promozione, ma non voglio sbilanciarmi troppo per scaramanzia».
Vede qualcosa in comune con il suo Venezia? «La grinta. I suoi ragazzi non sembrano 11 in campo, sembrano 15».
È anche uno dei pochi allenatori a non essere stato cacciato dall’allora presidente Maurizio Zamparini. «Eh con lui la valigia era sempre pronta. Però era un grande uomo d’onore, rispettava sempre le promesse. Una brava persona che non ci faceva mancare nulla».