Doveva e poteva essere la gara della svolta, la partita che avrebbe portato il Palermo a -4 dall’Empoli con lo scontro diretto e molte altre sfide da giocare. Poteva essere un’iniezione di fiducia, di speranza e di grinta. Doveva essere, semplicemente, una partita da vincere. Purtroppo così non è stato, il Cagliari ha rifilato il tris ai rosanero, scatenando l’ira e la rabbia dei pochi tifosi presenti al “Barbera”. Un primo tempo giocato degnamente, terminato in vantaggio per la squadra di Lopez e con molte occasioni da gol mancate. Al rientro dopo la ripresa, un incubo. L’alter-ego degli 11 rosanero del primo tempo è sceso in campo durante il secondo, debole fisicamente ma soprattutto psicologicamente: il Palermo subisce 2 gol in meno di 15 minuti e la partita, infine, termina 3-1 per gli ospiti.
A peggiorare le cose, intanto, ci pensavano le avversarie dirette nella lotta salvezza ottenendo risultati utili per la loro posizione in classifica: il Crotone, infatti, ottiene 3 punti a Verona contro il Chievo (superando il Palermo), mentre il Pescara pareggia in casa con il risultato di 1-1 nel match contro il Milan. Empoli 22, Crotone 17, Palermo 15, Pescara 13: questo il mutamento nella classifica di serie A dopo la sconfitta subita per mano dei sardi. L’incubo diventa sempre più una realtà.
La rassegnazione e la delusione prendono il sopravvento: per i tifosi e per la stampa è serie B. Una squadra debole, per non dire scarsa, ma soprattutto senza una forza mentale che la accompagni durante i 90 minuti di gara. Certo, la matematica non condanna, ma il buon senso e la frustrazione hanno ormai decretato il futuro dei rosanero. E il presidente Paul Baccaglini?
Il patron rosanero, il quale ha lasciato lo stadio anzitempo durante il match contro il Cagliari, continua a dare fiducia e speranza, se ne rimane, appoggiandosi al tema calendario e matematica a favore. Così come i calciatori e il tecnico del Palermo Diego Lopez, come è giusto che sia, continuano a sottolineare che non è ancora tutto finito. Il resto, però, non ne vuole più sapere di questa squadra e di quel che rimane della società Zamparini. Il presidente italo-americano deve rifondare tutto partendo da zero, che sia in serie A o in serie B. La società, la squadra, l’allenatore, la dirigenza e chi più ne ha più ne metta. Il progetto da dove ripartire non può avere basi sull’attuale Palermo calcio, non potrà essere una rinascita, dovrà essere un nuovo inizio, una nuova era. Nella speranza di un futuro prospero per la città e per i colori rosanero, il presidente Paul Baccaglini dovrà e potrà costruire qualcosa partendo dalle sue doti e dalle sue possibilità. L’era Zamparini è finita e con lei anche il Palermo calcio di questa stagione.