L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla rielezione di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica e lo fa riportando alcune parole di Leoluca Orlando.
«Le sentite espressioni di saluto che ho rivolto al Presidente Mattarella domenica quando è giunto a Palermo si confermano ora come espressione di augurio e di buon lavoro». Così il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Leoluca Orlando commenta la rielezione del presidente Sergio Mattarella a Capo dello Stato, dopo aver seguito in diretta lo spoglio decisivo.
Il presidente Mattarella è tornato al Quirinale dopo la breve pausa a Palermo. «Questa indicazione è la conferma dell’ottimo servizio alla Repubblica e alla Carta Costituzionale svolto dal presidente Mattarella nel suo settennato, con grande equilibrio e grande capacità di dialogo con i cittadini. Esempio di questo sentimento è la lettera che ho fatto avere al presidente Sergio Mattarella domenica scorsa in occasione della sua presenza a Palermo mentre “lasciava” il suo incarico. Gli ho espresso gratitudine da parte della città di Palermo e di tutti i Comuni italiani per essere stato esempio di buona politica e al tempo stesso modello di testimonianza di fede, di valori, di laicità e di imparzialità».
Ora quelle parole di saluto sono superate… «L’ho salutato da presidente che lasciava e lo saluterò da presidente che ritorna. Le espressioni che gli ho consegnato sono parole evidentemente che confermo: erano di saluto e ora sono di augurio». Non sembrava che il presidente intendesse concedere il bis… «L’essersi messo fuori un anno fa da questa competizione conferma il suo rispetto del Parlamento e del ruolo che ricopriva. Si è messo fuori nel modo più chiaro per confermare non certo un rifiuto di mettersi al servizio dello Stato ma l’indicazione di anteporre sempre alle scelte personali il bene del Paese. Lui è un parlamentarista convinto per ragioni scientifiche e politiche, professore di Diritto Parlamentare. Ha il massimo rispetto delle istituzioni e prima fra tutte del Parlamento che è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, e stavolta l’ha fatto riprendendosi la propria centralità».