Palermo, tre indizi fanno una prova. C’è un angolo maledetto al Renzo Barbera
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su un dato curioso: il Palermo ha subito 4 gol in casa e 3 di questi sono stati dei capolavori realizzati dalla stessa zona di campo.
Allo stadio Renzo Barbera c’è una porzione di campo da cui, chiunque calci, riesce a far gol, aldilà se si tratta del suo piede naturale o debole o se in posizione precaria, libera o marcata. Il risultato è sempre quello, ovvero palla all’angolino: in questa maniera sono andati in gol Canotto (Cosenza), Ciervo (Sùdtirol) e Reca (Spezia). Tre reti arrivate da tiri con traiettorie perfette e imparabili su cui Pigliacelli non può che essere incolpevole.
In ordine temporale il primo è stato l’esterno d’attacco del Cosenza beffando i rosanero al 92° con un perfetto destro a giro. Uguale «fortuna» ha avuto Ciervo del Sudtirol che ha realizzato un bellissimo gol dalla stessa mattonella, anche se dopo il Palermo ha ribaltato il punteggio per 2-1, grazie alle firme di Ceccaroni e Aurelio. Quello più emblematico è però il gol di Reca dello Spezia. Laterale mancino che col piede, teoricamente debole sorprendente (forse sarà rimasto a bocca aperta anche lui…). Una volta si può parlare del caso, del fato o della sfortuna, due volte anche, ma alla terza iniziano a sorgere dei dubbi. Inoltre in carriera nessuno dei tre giocatori hanno fatto gol simili in passato, non perché non abbiano le capacità, anche perché si tratta di colpi da alta scuola, per i quali bisogna avere delle qualità tecniche molto elevate.
Al netto delle qualità dei tre marcatori e che si poteva fare qualcosa in più in fase difensiva, sembra ci sia una sorta di maledizione. Inutile discutere su come potevano essere evitate queste reti, o addirittura capire se le traiettorie potevano essere respinte da Pigliacelli, perché pochi (forse nessuno) sarebbero stati i portieri in grado di neutralizzarle. Prima si usava il sale per scacciare via il malocchio (indelebili i ricordi del Palermo di Zamparini, quando l’ex autista si prodigava in questo compito a pochi minuti dall’inizio delle partite), adesso bisognerebbe trovare un’altra soluzione. Anche perché tre indizi fanno una prova.