L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul ritorno dei buoni spesa dal comune di Palermo.
Torna per la quarta volta il buono spesa del Comune per i soggetti in difficoltà economiche (italiani e stranieri) per fronteggiare la crisi acuitasi con l’emergenza Covid. Il buono può essere utilizzato entro tre mesi dal suo rilascio, e comunque alla scadenza indicata nel provvedimento di erogazione, per l’acquisto di alimenti, pasti pronti, prodotti farmaceutici, per l’igiene personale e domestica, per bombole di gas e dispositivi di protezione individuale.
La misura dell’intervento mensile è per un massimo di 300 euro per un nucleo familiare composto da una sola persona, 400 euro per due persone, 600 euro per tre persone, 700 euro per quattro persone e 800 euro per cinque persone. I voucher saranno disponibili per tutto il periodo dell’emergenza che scade, salvo altri rinnovi, il prossimo 31 marzo e sino ad esaurimento dei fondi che provengono dal Poc (Programma operativo complementare) 2014-2020. Per questo intervento sono disponibili tre milioni e 800 mila euro. Per i tre precedenti sono stati spesi 13 milioni e 800 mila euro.
Le istanze vanno presentate mensilmente dagli interessati, residenti o stabilmente abitanti in città, in grado di documentare la permanenza presso un domicilio da almeno sei mesi, soltanto online attraverso il sito della Protezione civile del Comune a questo indirizzo: https://protezionecivile.comune.palermo.it. Per adesso, e sino al 25 gennaio, si può fare domanda relativa al mese di dicembre scorso. E poi a seguire per i mesi di gennaio, febbraio e marzo. Seguendo le indicazioni del sito, si compila l’istanza e si invia con un clic. Chi avesse difficoltà nel seguire questa procedura si può fare aiutare da un amico esperto, da enti del terzo settore, dai Caf o dai servizi sociali del Comune.
Quattro le condizioni necessarie per partecipare al bando emanato dalla dirigente del Comune, Fernanda Ferreri, che fa capo all’assessorato alla Cittadinanza solidale retto da Cinzia Mantegna: non percepire alcun reddito da lavoro, né da rendite finanziarie o proventi monetari a carattere continuativo di alcun genere; non essere destinatari di alcuna forma di sostegno pubblico, per esempio reddito di cittadinanza, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione, pensione sociale o similari, Rem, assegni di assistenza, assegno o pensione di invalidità civile, indennità di frequenza, bonus figlio, bonus bebè; non essere titolari, all’interno del nucleo familiare, di depositi bancari, postali o altri titoli finanziari o assimilabili, di importo superiore a 6 mila euro; risulti destinatario di precedenti forme di sostegno pubblico o altri introiti per un importo inferiore ai valori dell’intervento. In tal caso viene attribuita la differenza tra il valore massimo del sostegno e l’importo percepito a valere sulle somme dichiarate.