L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Diakité e l’apporto che sta dando alla fascia rosanero.
La partita di stasera non può avere lo stesso sapore delle altre, perché di fronte c’è la squadra che ha fatto da trampolino per il grande calcio e nemmeno un addio burrascoso può cancellare un rapporto intenso: dopo due salvezze consecutive con la Ternana, adesso Diakité si gioca l’accesso alla massima serie con il Palermo e sa benissimo che per non perdere contatto dalla vetta dovrà dare un dispiacere ai suoi ex tifosi.
L’impatto del numero 23 con la realtà rosanero è stato eccellente e conferma come la strategia di Rinaudo di insistere su di lui, nonostante la fumata nera in estate e le resistenze degli umbri a inizio gennaio, sia stata vincente: se a Cremona Diakité ha trovato il primo assist con la nuova maglia (per il 2-0 di Ranocchia), già le prestazioni precedenti avevano dato ottime impressioni sul nuovo padrone della fascia destra, sempre pulito negli interventi e capace di garantire spinta e fluidità dal primo all’ultimo minuto.
Dopo quattro partite è evidente come l’approccio di Diakité sulla corsia sia diverso da quello di Mateju (troppo conservativo) e Graves (più intraprendente ma con qualche incertezza nell’uno contro uno), ma ciò che davvero sorprende è la capacità di adattarsi così velocemente a un ruolo per lui inusuale: in 72 partite con la Ternana aveva sempre giocato centrale destro nella retroguardia a tre o esterno a tutta fascia, mai terzino in una difesa a quattro. Uno dei principali difetti nell’avventura umbra riguardava la troppa irruenza nei contrasti, con 14 gialli e 2 rossi in due stagioni e mezzo e qualche rigore procurato di troppo: adesso, grazie anche alla maggiore esperienza e a un sistema di gioco che vede gli esterni offensivi supportare di più quelli difensivi, la gestione delle situazioni difensive sta progressivamente evolvendo.
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