L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul cambio modulo di Corini.
Eugenio Corini torna al 4-3-3. Il modulo che sabato scorso il tecnico non ha preso in considerazione nella gara interna con il Sudtirol optando sia dal primo minuto che a gara in corso per altri sistemi di gioco diventa nuovamente il piano A. L’indizio lo ha fornito l’allenamento giornaliero di ieri che, complice la risemina al “Barbera”, la squadra ha sostenuto al centro sportivo “Tenente Onorato” di Boccadifalco. E come in altre circostanze lo ha fatto nel primo pomeriggio “allineandosi” all’orario (le 14) della partita in calendario.
ERRORI DI CRESCITA. Chiaro il messaggio inviato ai giocatori: errori e incidenti di percorso come la sconfitta contro il Sudtirol ci possono stare e rientrano nel processo di crescita di questo gruppo che non è ancora un “prodotto finito” ma l’importante è dare certezze e tracciare una linea. Da portare avanti con chiarezza e soprattutto con coerenza. E’ il motivo per cui, salvo sorprese, sabato a Terni il tecnico rosanero riproporrà il modulo sul quale, nelle ultime gare prima del mini-ritiro a Manchester, stava facendo leva per dare al collettivo una precisa fisionomia.
PASSO INDIETRO. Corini si è accorto che contro la formazione guidata da Bisoli la squadra è andata in confusione e, di conseguenza, sembra orientato a fare un passo indietro mettendo in soffitta il 4-2-3-1, formula adottata all’inizio di questa sua nuova esperienza a tinte rosanero per ragioni di opportunità ma anche per necessità avendo gli uomini contati a centrocampo. Poi il passaggio al 4-3-3, modulo che adesso torna d’attualità e che implica il ritorno del tridente offensivo. Con Elia in campo? I dubbi alimentati in questi giorni dall’infortunio al ginocchio rimediato sabato sono stati spazzati via: il numero 77 si è allenato in gruppo, è recuperato e si candida per una maglia da titolare anche nel match in programma tra due giorni sul campo della Ternana.
FASE DI STUDIO. L’ex Perugia e Benevento ieri è stato provato nel trio d’attacco prima con Brunori e Valente, in uno schieramento che “profumava” di titolarità con una cerniera di centrocampo formata da Segre, Stulac e Saric, e poi con Brunori e Vido nell’ambito di un’esercitazione più sperimentale che ha coinvolto in difesa anche i palermitani Accardi e Crivello.