Palermo società dai due volti: Primavera super, prima squadra rivedibile. Troppi talenti lasciati andare?

Il Palermo, soprattutto nell’ultimo decennio, è stato e continua ad essere una delle prime squadre in Italia e non solo per quanto concerne il settore giovanile. Nel corso degli anni i baby rosanero sono riusciti a conquistare piazzamenti e traguardi importanti che hanno trovato il culmine con la vittoria dello Scudetto nella stagione 2008/09 e con il più recente raggiungimento della finale del celebre Torneo di Viareggio, che si disputerà domani alle ore 15. Ma com’è possibile che una società così florida dal punto di vista della gestione dei giovani calciatori, non riesca a far emergere quasi nessuno nella prima squadra?

In primis è evidente che il dislivello tra i campionati giovanili e quello di serie A sia enorme. Tantissimi talenti si perdono nel momento del “grande salto” e deludono le aspettative dei più. C’è da sottolineare però quanto sia ridotto lo spazio riservato alle giovani promesse nel nostro calcio e quanto questo sia determinante per la “scomparsa” di questi potenziali campioni. Se inseriti solamente per pochissimi minuti e per di più in un numero ridotto di incontri, questi ragazzi non avranno mai la possibilità di dimostrare le proprie potenzialità e di farsi notare nel calcio che conta. Inoltre, mentre nei campionati esteri un giocatore a 22-23 anni è già considerato pronto, in Italia si cerca di puntare sempre su calciatori più esperti o su giovanissime promesse extracomunitarie.

La verità è che nel calcio del “Bel Paese” molte volte, per accordi taciti e non scritti, si preferisce acquistare e dar spazio a calciatori semisconosciuti stranieri rispetto alle giovani promesse nostrane. Questo sia per accordi tra procuratori e società, sia per una gestione più semplice dei calciatori stranieri, specialmente sudamericani, che possono fruttare molto alle casse in caso di affermazione e che in caso di flop possono essere “smaltiti” facilmente, con una perdita minima d’investimento.

Nel Palermo questa politica è stata attuata fin troppe volte negli ultimissimi anni e pur avendo un settore giovanile tra i migliori d’Italia, nella prima squadra sono gli italiani ad essere in minoranza, pur essendo l’età media molto bassa. Ed ecco che i vari Chochev, Jajalo ed Hiljemark, titolari di un centrocampo che non ha mai convinto a pieno in questa stagione, potrebbero essere sostituiti nel tempo con diversi giocatori di questa Primavera, che al contrario sta facendo sempre più bene. E come non citare La Gumina, capocannoniere del Torneo, che potrebbe trovare spazio al posto di un non convincente Djurdjevic?

Gli esordi di Pezzella e di Alastra fanno comunque ben sperare per il futuro e chissà se nei prossimi anni il Palermo non sarà nuovamente formato da tanti giovani italiani provenienti da un settore giovanile sempre più vincente.