Il Palermo torna prepotentemente con i piedi per terra. Al “Danilo Martelli” servivano un approccio, una prestazione ed un risultato nettamente differente per cercar di mandare un segnale al campionato e alle rispettive contendenti.
Eppure Cremonese, Sassuolo e Spezia sembravano aver servito sul piatto d’argento un’occasione più che importante ai rosanero. Dopo la convincente vittoria al Barbera contro la Reggiana, era necessario proseguire sull’onda dell’entusiasmo, dando continuità ai risultati. E invece arriva un deciso passo indietro. Certo, il Palermo non è apparentemente tornato a casa a mani vuote, ma è come se l’avesse fatto.
Serve ben altro per lasciare il segno in Serie B.
Possanzini mostra la chiara idea dei padroni di casa: palla al numero 1 Festa che mantiene il possesso e cerca di attirare a sé il pressing dei siciliani. Probabilmente, però, mister Dionisi si aspettava questo approccio, infatti il Palermo aspetta e lascia gestire la sfera all’estremo difensore avversario. I rosa, dunque, sanno bene quando velocizzare il pressing per non permettere agli avversari di sfruttare gli eventuali buchi lasciati dagli scivolamenti.
Nonostante ciò i rosanero faticano a strappare palla agli avversari, e in più di un’occasione vanno in difficoltà anche sulla seconda soluzione dei padroni di casa: palla lunga per l’ex Mancuso che prova la spizzata. In fase di impostazione le idee scarseggiano. L’assenza di Verre in campo si nota, e Ranocchia non riesce a creare la superiorità numerica che può permettere ai rosanero di creare valide occasioni da gol. E’ un Palermo prevedibile e poco concreto, con il solo ispirato Insigne che prova ad inventare l’intuizione vincente. Henry viene ben schermato dal duo dei centrali biancorossi mentre Di Mariano prova qualche spunto, in quelle poche volte in cui arriva una palla precisa, ma si concede soprattutto alla fase di non possesso.
Così Dionisi prova a cambiare, ed effettivamente qualcosa accade: con Le Douaron che cerca di sfruttare l’occasione. Il francese entra in campo col piglio giusto, ma è ancora fin troppo impreciso sotto porta. I segnali sono evidenti, con il numero 21 che ha senso di posizione e percezione del tempismo degli attaccanti che hanno stoffa. Purtroppo sembra che percepisca la tensione e che lo limiti ancora troppo nelle scelte. Calca il campo anche Appuah e, come detto dallo stesso tecnico rosanero, che non sia ancora pronto sembra evidente. La scelta di non servire Verre in occasione, forse, del più importante contropiede dei rosanero è un chiaro e netto segnale di mancanza di lucidità e maturità.
Sì, manca qualcosa che accenda la luce. Sembra quasi che il Palermo non senta la necessità di voler davvero spiccare il volo. E quando si potrebbe attaccare la spina per fare il definitivo salto di qualità, è lì che i rosanero decelerano faticando soprattutto sotto l’aspetto mentale. Eppure Dionisi non sta facendo mancare campo e minutaggio a nessuno. Tutti utili e nessuno indispensabile, ma è evidente manchi qualcosa al Palermo per diventare grande.
E’ un turno infrasettimanale che avrebbe potuto spostare gli equilibri ma che invece lascia tutto invariato e rinviato alla prossima giornata. Un punto rimane evidente: se si vuol fare un campionato di vertice, match del genere vanno portati a casa. E adesso si torna al Barbera, in cui recentemente si è sorriso ma spesso si è fatta anche molta fatica. Contro il Cittadella serviranno quella sfrontatezza e determinazione che forse, al “Danilo Martelli”, non sono mai scese in campo.