Palermo senza identità: tra errori tattici e scelte sbagliate, Dionisi sotto accusa

Le due vittorie con cui era iniziato il 2025 sembravano aver fugato ogni dubbio, ma sono bastati i 90 minuti contro la Reggiana per far ripiombare il Palermo nel buio e negli interrogativi. La sconfitta al Città del Tricolore ha infatti sparigliato ogni certezza sull’identità della squadra, evidenziando ancora una volta l’urgenza di interventi sul mercato per migliorare la rosa e aggiungere imprevedibilità.

Dionisi aveva provato a mettere una pezza alle lacune tattiche dei primi mesi di campionato passando al 3-5-2, una mossa che sembrava aver funzionato nelle vittorie contro Modena e Juve Stabia, portando in dote sei punti, ma senza cancellare del tutto i dubbi sulla tenuta della squadra. Come evidenzia Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, l’attacco continuava a vivere di lampi isolati, più che di meccanismi ben strutturati, mentre la difesa – nonostante lo zero alla voce gol subiti – mostrava ancora diverse imperfezioni nei movimenti e nelle giocate.

Tali lacune sono emerse chiaramente nella sfida contro la Reggiana: se l’arbitraggio “casalingo” di Marchetti e il gioco spezzettato hanno condizionato il match, sarebbe però troppo facile ridurre la sconfitta del Palermo esclusivamente a questi fattori. Come sottolinea Arena sul Giornale di Sicilia, il vero problema è stato il disequilibrio tattico tra i reparti, con pochissime ripartenze, distanze troppo ampie tra i giocatori e una squadra avversaria che sembrava correre al doppio della velocità.

Errori tattici e scelte discutibili
A centrocampo, le incursioni di Sersanti, Portanova e Vergara hanno mandato in tilt la mediana rosanero, mentre il 2-1 finale è stato il manifesto delle difficoltà difensive. Un lancio dalla linea mediana ha scavalcato la difesa del Palermo, consentendo a Sersanti di prendere il tempo a Baniya e Pierozzi e battere Sirigu con un diagonale non irresistibile.

La prestazione negativa del numero 27 riapre il dibattito sugli esterni a tutta fascia, un tema già sollevato in precedenza. Come riporta Arena sulle colonne del Giornale di Sicilia, i movimenti degli esterni, in particolare quelli di Lund, spesso non sono stati supportati dai compagni e si sono conclusi con cross facilmente preda della difesa avversaria. Inoltre, la continua pressione della Reggiana ha costretto il Palermo a perdere palla troppo vicino alla propria area, come dimostra il calcio d’angolo da cui è nato l’1-0 di Lucchesi.

Le scelte di Dionisi sotto accusa
Un altro aspetto determinante nella sconfitta è stato il piano di formazione e i cambi. Come sottolinea Arena sul Giornale di Sicilia, Dionisi ha scelto di premiare Vasic con una maglia da titolare dopo il gol decisivo contro la Juve Stabia, ma l’ex Padova è apparso ancora una volta confusionario e poco efficace in fase difensiva. L’esclusione di Segre, invece, ha privato il Palermo di un riferimento chiave nella gestione del centrocampo.

La gestione dei cambi, poi, è stata altrettanto discutibile:

Al 60′, Dionisi ha sostituito Gomes e Vasic con Verre e Segre, due pari ruolo che non hanno inciso.
A un quarto d’ora dalla fine, dentro Diakité per Pierozzi e Henry per Le Douaron.
Nel finale, Ranocchia ha lasciato spazio a Saric, una scelta che difficilmente ha avuto un senso tattico chiaro.
Come evidenzia Arena sul Giornale di Sicilia, resta inspiegabile anche la mancata opportunità data a Di Francesco e Blin, quest’ultimo considerato un elemento importante dopo il recupero dall’infortunio, ma mai utilizzato.

Ora serve una reazione immediata
Adesso, il Palermo si prepara ad affrontare il Pisa, in un match che potrebbe essere determinante per restituire certezze alla squadra. Come conclude Arena sul Giornale di Sicilia, un successo brillante aiuterebbe a ritrovare fiducia e stabilità, ma se la prestazione dovesse essere simile a quella di Reggio Emilia, il dibattito sull’identità di questa squadra si farebbe ancora più acceso