Gds: “Vecchio Palermo. Sentenza ribaltata, Giammarva assolto Per i giudici d’Appello il «fatto non sussiste»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla vicenda del fallimento del Palermo Calcio.

In primo grado condannato a 8 mesi e 10 giorni, in secondo assolto con formula piena. Con gli stessi documenti, le stesse testimonianze, le stesse intercettazioni. Lettura radicalmente diversa e sentenza ribaltata quella della seconda sezione della corte di appello che ha assolto con la formula «perché il fatto non sussiste», il commercialista ed ex presidente del Palermo Calcio Giovanni Giammarva dall’accusa di false comunicazioni alla commissione di vigilanza sulle società calcistiche (Covisoc).

In primo grado, col rito abbreviato, oltre alla pena gli era stata inflitta anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Il processo è una tranche del procedimento che vedeva imputato, tra gli altri, l’ex presidente del club rosanero Maurizio Zamparini, accusato di falso in bilancio e false comunicazioni sociali agli organi di vigilanza. Il troncone principale è ancora in corso: per Zamparini, deceduto lo scorso primo febbraio, è stata di morte del reo. Secondo la ricostruzione dell’accusa il professionista, che per anni è stato anche consulente del tribunale, avrebbe concorso, quando almeno sulla carta, fu per 10 mesi presidente del Palermo, (dall’8 novembre 2017 al 10 agosto 2018) nel rappresentare alla Covisoc una falsa situazione patrimoniale della società calcistica. Al centro della vicenda, ancora una volta, l’operazione Mepal-Alyssa, che ha generato un credito di 40 milioni di euro tramite la cessione del marchio del club.

Secondo l’accusa, con la cessione di Mepal alla holding Alyssa, Zamparini avrebbe compiuto una sorta di gioco delle tre carte e non «una reale operazione finanziaria». Quel credito, mai interamente riscosso dal club, durante la presidenza Giammarva è stato parzialmente saldato con un versamento da 4 milioni e compensazioni di altri debiti contratti dal club nei confronti dell’allora patron. Le avvisaglie sui possibili rischi in merito alla sopravvivenza del Palermo, però, erano già work. La Mepal fu ceduta a una società con sede in Lussemburgo, la Alyssa, che, per gli inquirenti, sarebbe comunque sempre riconducibile a Zamparini. Secondo gli inquirenti il valore del marchio sarebbe stato nettamente inferiore e la sopravvalutazione avrebbe consentito di creare una sorta di riserva monetaria poi reimpiegata per ripianare il bilancio in rosso di 27 milioni di euro della Us Città di Palermo