L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sugli errori del Palermo con i gol che arrivano sempre allo stesso modo.
Due gol, quasi tre, tutti in fotocopia. In tre partite, il Palermo ha messo a nudo le proprie debolezze difensive sul lato mancino. L’errore di Plescia ad Avellino, il gol di Messina della Fidelis Andria e quello di Romero del Potenza sono tre azioni sovrapponibili l’una con l’altra. Nel primo caso è andata bene, negli altri due no e i rosanero si sono trovati sempre a inseguire. Baldini, nel dopo gara, ha evidenziato un problema di atteggiamento di tutta la squadra, nel sottolineare come gli avversari vadano a segno «sempre al primo tiro». A Potenza non è stato esattamente così, perché i padroni di casa hanno avuto almeno un paio di occasioni a disposizione prima di trovare la via del gol, ma questo cambia poco nell’analisi di come si sia comportata la retroguardia nelle battute iniziali di gara. Perché basta un ingranaggio mancante che salta l’intero meccanismo, come già successo in altre occasioni.
Il gol di Romero non fa eccezione. Giron non va su Coccia, che viene però preso in marcatura da Dall’Oglio praticamente quando sta per partire il cross in area, dove Marconi e Lancini vanno su Cuppone (altezza: 178 cm) e lasciano Romero (due metri esatti) al malcapitato Doda, che gli rende almeno una ventina di centimetri. Qualcosa di simile si era vista già al terzo minuto: ancora Coccia guardato a debita distanza da Giron, ancora un cross dalla sinistra e stavolta su Romero c’è Lancini, che però si lascia anticipare dalla punta, la cui conclusione è alta. Romero che, va ricordato, non giocava titolare dal 30 gennaio e in campionato aveva segnato un solo gol, prima di bucare la difesa del Palermo.
Era addirittura a secco di reti Messina della Fidelis Andria, che al «Barbera» ha fatto il suo esordio da titolare in campionato per via dei problemi avuti da Sorrentino col green pass. Contro il Palermo, ha timbrato il cartellino per la prima volta in stagione, con l’ennesima azione in cui la difesa rosanero s’è fatta cogliere di sorpresa sulla corsia sinistra. Stavolta è Perrotta a scalare sulla fascia mancina, dove Gaeta va al cross, per un errore di posizionamento da parte di Crivello. Il traversone rasoterra viene «bucato» da Bubas, preso in marcatura da Somma, ma il pallone arriva tra i piedi di Messina, abile ad aggirare Accardi e a calciare di prima intenzione verso la rete. Anche lui, come Romero, ha trovato contro il Palermo il gol della rinascita, dato che entrambi hanno fatto spesso panchina nelle rispettive squadre, impegnate nella lotta per evitare la retrocessione in Serie D.
Non è un titolare nemmeno Plescia, anche se in una formazione con ben altri obiettivi come l’Avellino. Pure lui, però, ha avuto un’occasione da gol identica a quelle concretizzate dai due colleghi di Potenza e Fidelis Andria. L’unica differenza, nel suo caso, sta nell’esito finale: ancora un posizionamento sbagliato della difesa, con Marconi e Lancini in marcatura su Kanou te sulla fascia sinistra; ancora un terzino destro (Buttaro) costretto a scalare sul centravanti, lasciato solo a colpire di testa. Senza centrare la porta, per fortuna del Palermo, che però di azioni del genere inizia a concederne fin troppe.