Palermo, sei il peggior nemico di te stesso
Dopo 28 gare disputate è ancora presto per poter trarre conclusioni definitive, considerando le insidie e gli imprevisti del campionato di Serie B. Ad ogni modo, la stagione si dirige verso le battute finali e dunque è quantomeno possibile iniziare a porre le basi per una considerevole analisi, per comprendere le reali caratteristiche e lacune della squadra allenata da Corini.
L’impressione è che il Palermo non sia una squadra abbastanza matura per poter fronteggiare determinate fasi e gare di campionato. Che i rosanero siano una formazione altalenante lo si è compreso ormai da tempo, ed è dunque di fondamentale importanza cercare di carpire le reali motivazioni dei limiti mostrati, ma soprattutto perché non si sia riusciti mai a curare queste lacune. Il Palermo, in un modo o nell’atro, trova sempre il modo di arrestare la propria corsa, ed il più delle volte sulla scia di gare assolutamente alla portata.
Palermo, sei il vero nemico di te stesso.
Era davvero complicato riuscire riuscire a far peggio di quanto fatto nella gara persa contro la ternana , match giocato nello scorso turno di campionato, eppure il Palermo c’è riuscito. Se per molti, contro i neroverdi allenati da Breda, i rosanero avevano giocato una delle peggiori gare della stagione, a Brescia si sono superati: in primis Eugenio Corini.
Il tecnico di Bagnolo Mella, è stato il primo in assoluto ad aver, probabilmente, sottovalutato il Brescia di Maran. Se è vero che questo periodo è stato caratterizzato da match ravvicinati, allo stesso tempo è incomprensibile come si possa scegliere la strada del turnover, soprattutto nel reparto difensivo per una squadra che di gol, nelle ultime due prima di oggi, ne aveva subiti 5. Sarebbe stato forse più comprensibile, tenendo conto che nel prossimo turno il Palermo andrà a Lecco, gestire meglio gli uomini scelti e non rivoluzionare eccessivamente.
Chiaramente è indubbio come l’episodio del rosso a Marconi arrivato al minuto 22 abbia potuto segnare in negativo il match, ma è anche tangibile come queste situazioni siano un chiaro segnale di come ci sia un grave problema di matrice psicologica, che non permette di tenere tutti gli uomini allineati sullo stesso binario.
Il gol preso dopo pochissimi secondi, nonostante il Palermo fosse riuscito momentaneamente a riprenderla, inevitabilmente ha influito sulla gara e comunque ha permesso agli avversari di comprendere di avere le armi per poter far male in qualsiasi momento. Esattamente come successo contro la Ternana.
Di certo la differenza in Serie B la fa la continuità, ed il Palermo di continuità ne ha dimostrata ben poca in tutta la stagione. Anzi, probabilmente è il difetto più grande, soprattutto perché i rosanero non solo riescono ad essere costanti per periodi medio-lunghi, ma soprattutto spesso non riescono ad esserlo all’interno degli stessi 90′.
Dieci sono le gare, senza contare le ipotetiche sfide play-off, al termine della stagione ed il Palermo, in due gare e mezzo, è passato dal toccare il cielo con un dito, ovvero a raggiungere il secondo posto in classifica, al ritrovarsi probabilmente chiamato fuori dalla lotta alla posizione sottostante al Parma.
Adesso l’entusiasmo sarà messo a dura prova ed i rosanero saranno nuovamente chiamati a dare delle risposte. La prossima gara, quella contro il Lecco, se non la si vuole chiamare gara decisiva per rimanere attaccati treno delle prime posizioni le si avvicina molto. Il tempo per “lavorare” è giunto al temine, ed il percorso non potrà più essere caratterizzato da stop evitabili. Se il Palermo vorrà essere grande dovrà dimostrarlo con voglia, coraggio, rabbia, costanza e senza mai staccare la spina.