Il freddo è arrivato in Sicilia, le temperature si sono decisamente abbassate.
Secondo quanto riporta “Repubblica.it”, nelle scuole gli alunni devono indossare cappello, cappotto e sciarpa per ripararsi dal freddo. Gli impianti di riscaldamento sono del tutto inefficienti. Una nota dell’Amg trasmessa ai dirigenti scolastici nei mesi scorsi ricorda che il ministero della Salute “consiglia” la sistematica eliminazione dei sistemi di ricircolo dell’aria forzata, al fine di evitare la diffusione di eventuali contaminazioni da un ambiente all’altro. Per questa ragione, l’Amg, ha comunicato la non attivazione dei sistemi cosiddetti “a tutt’aria con ricircolo”, se non dietro esplicita richiesta dei presidi e quindi sotto la loro responsabilità. L’ennesima in questo anno di pandemia.
“Da noi – dice Laura Anna Maria Pollichino, preside dell’istituto comprensivo Perez-Calcutta in centro storico – Il Consiglio di istituto ha deliberato la non accensione dei riscaldamenti. Dobbiamo evitare il contagio in tutti i modi e non si può rischiare. Certo fa freddo, vorrà dire che gli studenti di vestiranno in modo più pesante”. Ma oltre a tanti impianti spenti, bisogna fare i conti anche con le finestre da aprire per far cambiare l’aria nelle aule o che rimangono aperte lungo i corridoi e nelle zone di passaggio degli istituti.
“C’è l’impianto a tutt’aria e non è consigliato accenderli. Purtroppo ci sono anche alcune classi della scuola dell’infanzia al freddo”, dice la preside Antonella Di Bartolo. All’istituto comprensivo Falcone dello Zen 2 i riscaldamenti sono accesi, ma in alcune aule e corridoi filtra l’acqua piovana e la preside non fa altro che segnalare agli uffici comunali il problema. “Non sono ancora intervenuti e ho sollecitato più volte, non faccio altro che spostare i bambini da un posto all’altro per scansare la pioggia”, dice la preside Daniela Lo Verde.
Situazione critica sul fronte dei riscaldamenti anche in alcune scuole superiori e non soltanto per questioni legate al Covid. “Nel plesso di via del Giusino non c’è proprio l’impianto – dice Gregorio Ciranno, rappresentante degli studenti del liceo classico Vittorio Emanuele II – Nella sede centrale, invece, il problema è il metano. E oggi la temperatura massima è di 8 gradi. La situazione non è sostenibile. Gli studenti ogni anno sono costretti a stare con la coperta sulle ginocchia. E quest’anno con il Covid e le finestre aperte è ancora peggio”.