Un episodio controverso avvenuto durante la partita Palermo-Sampdoria dello scorso 24 novembre 2024 ha scatenato un acceso dibattito sui social e suscitato un’ondata di indignazione. La vicenda ruota attorno a un bambino di 10 anni, che, dopo il gol di Di Francesco, si è impossessato del pallone calciato sugli spalti, per poi essere al centro di uno scontro verbale e fisico con gli steward incaricati di recuperarlo.
La testimonianza del nonno: “Un sogno spezzato per un pallone”
Secondo la testimonianza pubblicata sui social dal nonno del bambino, il piccolo, emozionato per aver ricevuto il pallone del suo idolo, è stato avvicinato da uno steward dopo circa dieci minuti dal gol, con la richiesta di restituire il pallone. Il nonno avrebbe rifiutato, sostenendo che il pallone ormai fosse nelle mani del nipote. La situazione sarebbe degenerata quando, lasciando lo stadio, il nonno e il nipote sono stati raggiunti da altri steward, che, secondo il racconto, avrebbero usato “violenza” per strappare il pallone dalle mani del bambino, lasciandolo in lacrime e con un dolore al braccio. Il nonno ha concluso il suo racconto con parole di condanna verso gli steward, accusandoli di aver “distrutto un sogno” e annunciando l’intenzione di procedere con azioni legali.
La risposta di VivaEvents, società incaricata della gestione dello stadio
In seguito alla diffusione del racconto, VivaEvents, la società incaricata del servizio di stewarding presso il Renzo Barbera, ha diffuso una nota ufficiale per ricostruire l’accaduto:
“In merito all’episodio citato da un tifoso sui social network dopo la gara Palermo-Sampdoria, Vi-VAevents Srl, società incaricata dal Palermo FC di gestire il servizio di stewarding allo stadio Renzo Barbera in occasione delle partite casalinghe, intende ricostruire accuratamente l’accaduto, documentato anche da diversi testimoni e dal servizio di videosorveglianza.
Quando il pallone, dopo il gol del Palermo, è arrivato casualmente sugli spalti della gradinata inferiore, diversi bambini si sono avventati su di esso tentando di prenderlo. Il bambino in questione, prevalendo sugli altri, è riuscito a impossessarsene e, vedendo l’arrivo degli steward, lo ha lanciato verso il nonno. A quel punto, gli steward, nel rispetto di ogni norma in vigore in tutti gli stadi italiani e internazionali, si sono recati sul posto chiedendo ripetutamente la restituzione del pallone, mentre il nonno lo nascondeva sotto il giubbotto inveendo contro gli steward e minacciando atti di violenza se non lo avessero lasciato in pace.
Il nonno e il bambino si sono quindi diretti verso l’uscita con il pallone sottobraccio, ma sono stati correttamente intercettati dal capo unità, accompagnato da un altro steward, che ha insistito per la restituzione. A quel punto, il nonno ha ripreso a inveire con minacce di morte e insulti sessisti. Il pallone è stato infine recuperato direttamente dalla breccia del giubbotto del nonno, senza alcun contatto con il bambino (contrariamente a quanto affermato nella testimonianza del tifoso).
Qualsiasi ricostruzione tendenziosa o falsa che pretenda di minare l’onestà professionale e il lavoro dei nostri collaboratori sarà oggetto di valutazioni legali”.