Palermo-Sampdoria. Il doppio ex Diana: «Renzo Barbera arma a doppio taglio. Ma i rosa hanno in squadra dei “volponi”»
L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” ha riportato un’intervista al doppio ex di Palermo e Sampdoria Aimo Diana il quale ha parlato in merito proprio alla gara playoff in programma venerdì.
Come inquadra la sfida di venerdì sera? «Due situazioni diverse. La Sampdoria ci arriva nel contesto di un campionato di rincorsa, fresca e con una buona dose di entusiasmo. Il Palermo di una stagione deludente, le aspirazioni iniziali miravano alla promozione diretta. Samp squadra giovane, Palermo più esperta. In sfide ad alta tensione tecnica ed emotiva come i playoff, sulla carta l’esperienza può servire, ma alla fine conterà soprattutto la gamba».
La sua favorita? «Per me è leggermente avvantaggiata la Sampdoria, che inizialmente scenderà in campo senza fare calcoli. Ha un solo risultato utile, la vittoria, e giocherà per vincere. Se non raggiungerà l’obiettivo, avrà comunque fatto un’ottima stagione. La pressione la vedo tutta sul Palermo, che ha l’“obbligo” di andare avanti».
Meglio avere un risultato utile, come la Samp, o due come il Palermo? «Io da allenatore ho vissuto questo tipo di sfide. Con due risultati a favore devi comunque cercare di chiuderla il prima possibile. Perché più la porti avanti e più le cose si potrebbero complicare e diventare difficili per la squadra di casa. Sul pareggio, quei finali si caratterizzano per l’assalto della squadra che deve vincere e se prendi gol, poi il tempo per pareggiare è poco. E poi anche perché il pubblico tantissimo ti dà, ma tantissimo ti può anche togliere».
In che senso? «Nell’entusiasmo il pubblico di Palermo è fantastico, è realmente un calciatore in più in campo e non per modo di dire. Lo ha dimostrato, non fa sconti. Ma se le cose non si mettono bene, può diventare pretenzioso. Le aspettative dei tifosi rosanero sono comprensibilmente altissime».
Calciatori decisivi? «Sarebbe semplicissimo dire Borini e Brunori. Ma nel Palermo ci sono vecchi volponi, come Mancuso e Lucioni, abituati a vincere campionati. La Samp è un mix, ci sono i Kasami e i Murru, ma anche gli Esposito. Tanta qualità e tanti
possono diventare decisivi. Voglio vedere questa partita con gli occhi dell’allenatore e di- co… che passi la migliore».
Conta di più, nei playoff, tecnica, fisico o… fortuna? «Il fisico. Dopo una stagione di 38 partite, le energie che hai conservato fanno la differenza. Tra una partita e l’altra hai poco tempo per recuperare. Certo, la fortuna gioca un ruolo primario…i playoff sembrano in piccolo grandi tornei per nazionali. Chi avrebbe prono- sticato le vittorie di Grecia e Danimarca agli Europei?».
Da allenatore come inquadra Pirlo e Mignani? «Tecnici giovani, che pro- pongono un calcio moderno, europeo. Mignani a Bari aveva fatto un lavoro importante con la difesa a 4, che oggi si vede sempre meno. Pirlo è più basato sugli uno contro uno, con la difesa molto alta, le aggressioni in avanti. Seguono la scia di Guardiola, come quasi tutti, mettendoci del loro».
Conosce le due piazze. Differenze? «Per la Samp ho un debole. Ho vissuto lì tre stagioni belle e ho ricordi gratificanti. Palermo è una delle classiche piazze del Sud calda e stimolante, quando le cose vanno bene sembra che vai in Champions, se vanno male piovono critiche. Ma mai oltre le righe».
Favorita perla A? «La Cremonese, la pensavo superiore anche al Como. Poi nei playoff, dei quali condivi- do la formula che avvantaggia le meglio classificate, l’outsider è sempre dietro l’angolo e penso appunto alla Samp, al Brescia e al Catanzaro. I blucerchiati hanno la rosa quasi al completo, stanno bene, parto- no in svantaggio in ogni confronto, mami auguro riescano a fare un percorso netto».