L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” si sofferma sulla gara tra Palermo e Sampdoria con un’intervista al doppio ex Delio Rossi.
La Samp è risalita in extremis. Ma ora Pirlo vuole la A. «Fa bene a parlare così: il secondo è il primo dei perdenti. Per il resto negli occhi della gente resta sempre il finale. Se fai 30 punti all’andata e 10 al ritorno è una stagione nera, al contrario è strepitosa. Per me conta il risultato totale».
E in generale chi vede in pole per i playoff? «Samp e Palermo per blasone, storia, bacino di tifo, sono favorite per forza, in piazze così non puoi parlare di anno di transizione. Ma occhio al Catanzaro: ha entusiasmo, gioca bene, è consolidato».
A Palermo allenò Kasami. «Sono contento di vederlo alla Samp, era giovane, forte fisicamente e tecnicamente, non aveva ancora un ruolo. Si è evoluto, il carattere da slavo tosto lo aveva già allora».
Cosa ricorda della sua esperienza alla Samp? «Bello il primo anno, in una situazione complicata: ne venimmo fuori e lanciai Icardi, che era la quinta punta. Il secondo Ë il mio rammarico maggiore in 30 anni di carriera: potevo e dovevo fare meglio con quell’organico».
E del Palermo? «Lì siamo andati anche oltre il valore con una squadra molto forte. C’erano ogni anno giovani di grande talento e uno zoccolo duro decisivo con Liverani, Miccoli, Bovo, Migliaccio. Peccato non essere andati in Champions, la città lo meritava: ci superò per un soffio la Samp, contro cui però ho vinto la Coppa Italia con la Lazio».