Palermo, riecco un successo di «corto muso». Ma adesso guai a sbagliare col Venezia
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo che ha vinto a Lecco e si prepara ad affrontare il Venezia.
Il terzo 1-0 stagionale lascia dietro di sé sensazioni contrastanti: alla soddisfazione per una vittoria ritrovata dopo tre partite si contrappone la consapevolezza dei numerosi limiti evidenziati dal Palermo nel gioco e nella gestione del risultato. L’auspicio generale è che quello di Lecco sia il più classico dei successi scacciacrisi e possa guidare i rosa alla risalita nella volata finale, ma la controprova arriverà solo nella sfida di venerdì con il Venezia.
Come avvenuto nelle precedenti vittorie di misura con Ascoli (in trasferta a settembre) e Brescia (in casa a novembre), il Palermo ha lasciato l’iniziativa all’avversario per gran parte del match ma è stato comunque in grado di trovare quell’accelerata sufficiente a indirizzare il risultato: il gol di Nedelcearu coincide infatti con il massimo sforzo offensivo dei rosa, che avevano guadagnato il calcio d’angolo decisivo con una bella girata di Brunori deviata da Melgrati.
Se il punteggio finale non può che essere accolto con favore (Corini ha già raggiunto i 49 punti del 2022/23 con nove giornate di anticipo), a preoccupare è il modo in cui è stato gestito: nel secondo tempo il Palermo ha tirato solo una volta con Di Francesco e non è andato oltre il 40% di possesso palla.
Tenendo conto anche della prima frazione il Lecco ha tentato più volte la conclusione (17 tiri a 7) e schiacciato più volte i rosa in area: la differenza l’ha fatta il cinismo del terzo miglior attacco della Serie B, mentre quello dei blucelesti si conferma il peggiore e prosegue un’astinenza da gol su azione al Rigamonti-Ceppi che va avanti dal26 dicembre.
L’1-0 sul Lecco, in un campo martoriato dalla pioggia, ha altre analogie con quelli ottenuti con Ascoli e Brescia. In tutti e tre i casi il Palermo ha tirato meno rispetto agli avversari (16 a 11 con i marchigiani, 9 a 18 con le «rondinelle»), segnato sugli sviluppi di un cross (a settembre la decise Mancuso, a novembre Coulibaly) ed evidenziato trame tattiche tutt’altro che scintillanti; eppure, al netto delle difficoltà, questi nove punti «sporchi» potrebbero avere un peso enorme sulla classifica finale.