Palermo-“Renzo Barbera”, aria di divorzio: Iachini e Vazquez sul banco degli imputati
La gara contro l’Empoli era come una di quelle da “dentro o fuori”. E’ vero, il campionato è ancora lungo e sono passate appena undici giornate, ma ieri sera il Palermo incontrava per la seconda volta tra le mura amiche (o forse nemiche?) del “Renzo Barbera” una concorrente per la salvezza. Ma andiamo con ordine. Il primo scontro diretto interno della stagione è stato quello con il Carpi ed alle falde di Monte Pellegrino fu pareggio in extremis. Poi è toccato all’Empoli, che ancora una volta si è confermato autentica bestia nera dei rosanero ed ha conquistato l’intera posta in palio.
I toscani quest’anno sono stati i terzi a fare bottino pieno in quel campo che un tempo, ormai troppo lontano, era un vero e proprio fortino. Prima degli uomini di Marco Giampaolo c’erano riusciti Sassuolo e Roma, adesso la sensazione è che chiunque potrebbe depredare l’ex “Favorita” senza grandi difficoltà. Colpa dei pochi tifosi presenti sugli spalti? Macché. Gli irriducibili del “Renzo Barbera” ci sono e fanno sentire il proprio calore per tutti e 90 i minuti, riservando disappunto e malumori soltanto alla fine. Dopo il triplice fischio.
Ciononostante c’è un dato che non può essere trascurato. Se infatti il Palermo conta undici lunghezze, frutto di sette sconfitte, un pareggio e tre vittorie, di queste ultime ben due (contro Udinese e Bologna) sono arrivate lontano dal “Renzo Barbera”. Uno score che tempo fa avrebbe fatto sorridere, visto il mal di trasferta che ha accompagnato i palermitani per diverse generazioni, ma che oggi preoccupa tanto. Insomma, è inutile girarci intorno: con questi numeri non ci si salva ed urge trovare un rimedio. Rimedio che sembrava dover essere il ritiro in Friuli, eppure, dopo due risultati utili consecutivi, sono arrivate altre due sconfitte.
Ma torniamo alla partita di ieri sera. Il Palermo sceso in campo è apparso timoroso nei primi minuti, svogliato per il resto della partita, penalizzato dal direttore di gara in occasione del fallo da rigore di Tonelli e sfortunato con la traversa colpita da Gilardino (valsa l’ottavo legno stagionale dei rosa, nonché record in serie A) . Pochi, pochissimi i guizzi degli uomini di Beppe Iachini, con il tecnico rosanero che ora più che mai rischia di pagare il prezzo più caro dopo due anni e mezzo al timone del Palermo. E che dire di Franco Vazquez? Il “Mudo” ci prova, non sempre ci riesce e per questo finisce a furor di popolo sul banco degli imputati insieme al tecnico. Se il numero 20 non gira la squadra resta ferma eppure, non ci stancheremo mai di dirlo, non dovrebbe essere così.
Oggi i rosanero sono quintultimi, la classifica è corta ma quel +2 sulla zona retrocessione inizia a far paura. Domenica al “Renzo Barbera” arriva il Chievo, anche se forse sarebbe stato meglio fargli visita al “Bentegodi”…