Palermo-Reggina, in Calabria non si placano le polemiche. Le tre domande all’arbitro Minelli

La gara persa dalla Reggina a Palermo ha lasciato qualche strascico nell’ambiente calabrese, dove le polemiche verso l’arbitraggio di Minelli non accennano a placarsi. Su “Strettoweb.com” per esempio, è apparso un articolo a firma Consolato Cicciù nel quale vengono posti tre quesiti al fischietto varesino.

Ecco quanto si legge:

“Da un po’ di tempo si dibatte sulla possibilità, nel calcio, di far parlare gli arbitri a fine gara, un po’ come succede per gli allenatori. Conferenza stampa, giornalisti presenti e analisi degli episodi chiave. Ma siete proprio sicuri? Nah, dai. Troppo strano. Non sembra fattibile, al momento, quantomeno in Italia. A mio avviso, non farebbe che alimentare ed allargare ancora di più le polemiche. E già lo vedo il tifoso medio sui social… Se però ci fosse stata questa possibilità, io, ieri, dopo Palermo-Reggina, qualche domanda avrei voluto porla al Signor Daniele Minelli di Varese. E di riflesso anche ai suoi assistenti al Var. Non avrei voluto metterlo in difficoltà, ma sono sicuro che su più di un episodio non avrebbe saputo cosa rispondermi.

Perché ha graziato Majer dal secondo giallo in due occasioni nel primo tempo e poi lo ha ammonito quando non c’era forse neanche fallo? Si è accorto che prima aveva sbagliato e poi ha provato a riequilibrare i conti? Non è così che si gestisce un episodio di gara.

Come ha fatto a non vedere il contatto netto in area rosanero, con Gagliolo palesemente preso per il collo? E, ancora più grave, perché nessuno tra i suoi assistenti al Var (tra cui, e ci meravigliamo, l’espertissimo Doveri, dall’alto delle sue oltre 200 partite dirette in Serie A) ha ben pensato di richiamarlo? Proprio lei, a inizio novembre, al Granillo, era stato così celere nell’andare a riguardare il contatto su Rivas in Reggina-Genoa. Impiegò 5 minuti per controllare un contatto che era sembrato netto sin da subito a chiunque, mandando l’arbitro Maresca al Var, che poi confermò la decisione del penalty.

Perché, dopo essere stato richiamato al Var per rivedere l’evidente manata di Gagliolo su un avversario in area, e dopo aver assegnato il rigore al Palermo, ha estratto solo il giallo per Gagliolo e non il rosso, che da regolamento sarebbe stato sacrosanto? Non ha avuto il coraggio dopo aver espulso pochi secondi prima Majer, tra l’altro in maniera del tutto inesistente? Non si arbitra per compensazione.

Non credo alla malafede, non ci ho mai creduto. Non credo ai complotti, ai vittimismi, ai “poteri forti”, alle lobby del calcio che “devono decidere chi deve salire”. Credo però al condizionamento psicologico e ambientale e credo soprattutto all’evidente incapacità (leggasi basso livello) di qualche arbitro, che per tutta una serie di circostanze in serie ha tolto alla Reggina quest’anno almeno 5 punti. Ieri, a Palermo, non c’era malafede, c’era tanta confusione e scarsezza. Per decisioni che hanno coinvolto entrambe le squadre. Per la Reggina, però, non è la prima volta. E non basta neanche più ammettere gli errori, visto che Rocchi, dopo aver confessato che quello su Canotto in Reggina-Ternana non era fuorigioco, anche stavolta “bacchetterà” l’arbitro. A che serve? Si stia più attenti in fase di designazione. Il calcio è fatto di episodi, una Serie B storicamente super livellata ancor di più. Se però a indirizzare gli episodi è l’arbitro, non si falsa solo una partita, ma si rischia di falsare un intero campionato. Andatelo a dire a chi adesso avrebbe potuto avere almeno 5 punti in più…”.