Palermo protesta, Zamparini: «Non pago lo stipendio a Baccaglini. Quando chiuderemo operazione mi aspetto delle scuse»
“«Vivo una lunga attesa – dice Ferdinando Lo Cascio – alterno momenti di ottimismo in cui la situazione mi sembra filare via verso il passaggio di proprietà e altri di depressione in cui tutto mi sembra irrimediabilmente fermo. Ho deciso di non prendere posizione almeno fino al 30 giugno. Almeno l’ipotesi del fallimento mi sembra scongiurata e questa è la cosa più importante». Per il tifoso non è normale che chi compra il club non abbia la possibilità di scegliere allenatore e direttore sportivo. «Se pagassi 70 milioni di euro – spiega Lo Cascio – non lascerei che a scegliere fosse il vecchio proprietario. La speranza è che Baccaglini abbia capito che Zamparini ha manie di protagonismo e che lo stia lasciando fare fino al closing. Poi quando diventerà a tutti gli effetti proprietario gli darà il ben servito. Anche se visto che l’affare comprende anche le altre aziende di Zamparini difficilmente si arriverà allo scontro totale». Lungo il corteo, protetto da uno spiegamento di forze ingente con due blindati e una jeep della polizia, una volante dei carabinieri e tre auto civetta della Digos, i commenti dei tifosi prendono sfumature diverse. «Vivo in Germania – dice Salvatore Mazzola – ma penso sempre alle vicende della squadra della mia città. Vedo tutto nero: Zamparini ha ridotto la squadra come peggio non poteva e credo poco in Baccaglini. E non perché non abbia potenza economica, ma perché non è in grado di prendere le redini di una squadra di calcio». Nel mirino finisce anche il presidente Paul Baccaglini. «Il diavolo sa travestirsi in mille forme – dice Alessandro Scarlata – servirebbero cento padre Amorth, il più famoso esorcista italiano, per risolvere questa situazione. Baccaglini e Zamparini sono la stessa persona. Perorare la causa dell’italoamericano è offendere l’intelligenza dei tifosi». «Vorrà dire che i tifosi sono più informati di noi – commenta Zamparini – Baccaglini non è un mio dipendente e non è vero che gli pago lo stipendio. L’ho conosciuto sei mesi fa quando me lo ha presentato Frank Cascio: a giochi fatti, quando chi contesta vedrà le carte, e soprattutto si accorgerà di chi c’è dietro questa operazione, saranno in molti quelli che dovranno chiedere scusa»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.