L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sugli effetti di Baldini sul Palermo che adesso spera nella rimonta al Bari.
Il primo indizio è già arrivato e supporta l’equazione che ha accompagnato il suo ritorno: Baldini è stato riportato a Palermo perché deve vincere più di Filippi e arrampicarsi ancora più in alto. Un indizio confortato dalla prestazione di Catanzaro e da un elemento che il nuovo allenatore, e non solo lui, ritiene imprescindibile: il “ carattere”, tendenza che prima si perdeva nei momenti più difficili e concitati.
Una cosa fin qui è chiara: l’apporto di Baldini si sta rivelando fondamentale in chiave psicologica. Perfino il primato per lui è in discussione anche se il Bari, pur pareggiando in casa, ha mantenuto lo stesso vantaggio mentre i rosa sono in sesta posizione, a quattro punti dal Monopoli secondo, ma a soli due da Avellino Turris e Virtus Francavilla con l’aspettativa di un paio di partite casalinghe, contro Monterosi e Messina, che potrebbero avvicinarlo alla vetta.
Il vento del cambiamento ha cominciato a soffiare su una squadra ancora da plasmare sul piano della manovra, soprattutto offensiva. Diagnosi da verificare. Nel racconto della svolta bisogna partire dall’inizio. Dalla ricerca di una mentalità che prima mancava e dall’eliminazione di disattenzioni che erano il vero limite della passata gestione, comunque non certo avara di risultati. Poi, si potrà discutere ampiamente sugli obiettivi: riagganciare la capolista? O piuttosto arrivare, più pimpanti che mai, alla soglia dei playoff? Differenza sostanziale sostenuta però da un solo principio, quello di dare, e fare, il massimo.
La scossa di Baldini è partita dalle sue prime parole: «Niente è impossibile », il fondamento per rivedere tutto. Si può cambiare il senso di una stagione in novantasette minuti? Certo che si può. Il canale giusto a Catanzaro l’ha sintonizzato non un solo giocatore ma l’intero complesso attento e scrupoloso nel suo pressing, poco brillante in area di rigore, però preciso e continuo nei meccanismi di chiusura. L’allenatore ha scelto i colori giusti, quelli di una strategia mentale. In una sfida difficile ha rovesciato la paura delle trasferte, le posizioni di Luperini e Dall’Oglio, il ruolo di De Rose e degli esterni adottando un modulo più concreto: ecco com’è nato il pareggio di Catanzaro con poche occasioni da rete, colossali però quelle con Luperini e Brunori, con minori distrazioni difensive e con una pressione alta che ha ridotto i rischi del contropiede veloce. C’era un Palermo da scuotere, risvegliare, riattivare perché «ciò che è stato fatto finora non basterà » , il messaggio. Una nuova scintilla, dunque. Con tre priorità: la prima, il restauro psicologico perché «la testa è un aspetto preponderante » ; la seconda « alzare i giri del motore » ; la terza « rimodellare il gioco offensivo » . I rosa non segnano da quattro giornate e Baldini non sembra preoccupato «perché ho a che fare con ragazzi svegli » . Il digiuno continua e il gol manca da 362 minuti. Al Barbera, nel prossimo doppio turno, bisognerà girare pagina anche se « non vedo un problema di incisività » dice il tecnico che ammette: «Però, davanti c’è da migliorare».