Palermo piange Zamparini. Realizzò un centro commerciale. La diatriba sul nuovo stadio che fu il suo vero rimpianto

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla scomparsa di Zamparini e su uno dei rimpianti a Palermo, non aver fatto il nuovo stadio.

Una querelle durata anni tra tira e molla e l’epilogo che probabilmente ha segnato per Maurizio Zamparini l’inizio del disamoramento verso il progetto Palermo. C’era il sogno di portare i colori rosanero a competere con le big del calcio italiano, ma c’era anche il sogno, un po’ meno romantico, ma legittimamente più improntato all’ambizione e al lato imprenditoriale, di costruire in città un nuovo stadio. Un sogno che si è andato a infrangere contro il muro della burocrazia.

A Zamparini, però, si deve la costruzione del centro commerciale Conca d’Oro in via Lanza di Scalea che a marzo spegnerà 10 candeline, anche se nei dieci anni qualche traversia l’ha dovuta affrontare, quando l’Ipab ha trascinato in tribunale la società del patron, ritenendo che il contratto della vendita dei terreni fosse da annullare. Il progetto del nuovo stadio, presentato nel luglio 2011, rappresenta invece il vero rimpianto del presidente. Un impianto da 35 mila posti da far sorgere al posto di quello che oggi è un rudere, il velodromo allo Zen, e un costo tra i 75 e i 100 milioni di euro. Ma la mente imprenditoriale di Zamparini prevedeva anche la costruzione di case grazie a una variante urbanistica.

Abitazioni da poter rivendere per rendere il progetto sostenibile. Ed è qui che salta il banco, perché nel frattempo la legge vieta compensazioni urbanistiche. Nel 2012, intanto, Leoluca Orlando torna sindaco di Palermo. Tra il primo cittadino e Zamparini il rapporto è solido, di amicizia. Le crepe tra i due iniziano a nascere proprio sul progetto stadio. Il 2015 per il sogno stadio è un anno travagliato tra segnali di ottimismo e brusche frenate.