Palermo, padre Spatola: «Il calcio ha la sua liturgia. Palermitani vorrebbero Santa Rosalia come 12° in campo»

Nella serata di ieri su Rai Tre è andato in onda “Di Padre in Figlio” documentario che racconta la passione per il calcio e per la propria squadra del cuore dei tifosi più noti. Protagonisti diversi volti noti dello spettacolo, ma non solo, raccontare la passione per la squadra della propria città.

A partecipare anche al documentario è stato Padre Domenico Spatola, frate palermitano e tifoso del Palermo che ha rilasciato le seguenti parole:

«Il calcio ha una liturgia, così come la religione. La parola liturgia viene dal greco, significa opera pubblica. Come una celebrazione liturgica è corale dove si esalta un mistero, un progetto con la partecipazione di tutti tra ufficianti e gente che condivide. Il calcio in qualche modo è sentito come esperienza liturgica, quindi c’è qualcosa di sacro. La parola sacro vuol dire qualcosa di particolare e funzionale a una missione e diventa un a missione della comunità, la città che sta vivendo il suo sacrificio. Pensiamo a cosa è una tragedia greca, il calcio è su quel modello, c’è tutta una ritualità e si tende sempre mitizzare il protagonista di una squadra. Quando la squadra non rende avviene anche il fenomeno inverso affossandoli come coloro che ci hanno tradito. C’è una santa alla quale i palermitani si rivolgono sempre e la vorrebbero come 12° giocatore. Quando le cose non vanno bene “santa Rosalia provaci tu”. Questo è come rivivere il senso di una popolazione che vive il concetto del sacro in modo istintivo come parte della propria vita».