L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla finale tra Palermo e Padova e lo fa riportando un’intervista a Luca Toni.
Stanotte, per la Serie C, si fa la storia. Una tra Palermo e Padova festeggerà il ritorno in B, per entrambe dopo tre anni ma con percorsi molto diversi. Tutto sotto gli occhi di un Barbera stracolmo con le tifoserie gemellate (superati i 33 mila spettatori, 500 da Padova), ma anche dell’Italia e del mondo. La finale di ritorno dei playoff si prende infatti la prima serata di Rai2 – diretta anche su Eleven e su Sky –, raggiungendo i nostri connazionali all’estero grazie a Rai Italia. Un evento planetario anche in tribuna d’onore, dove è atteso il patron franco-armeno del Padova Joseph Oughourlian insieme agli emissari dello sceicco Mansour, visto che il Palermo è conteso tra la galassia Manchester City e un’offerta statunitense legata all’ex patron della roma James Pallotta. Rosanero in vantaggio di un gol dopo l’andata, ma non può essere serata di calcoli. La pensa così anche Luca Toni, che entra con noi nei temi della partita da una doppia prospettiva: di Oddo è amico ed è stato compagno in Nazionale, ma è soprattutto legato al Palermo dove la sua carriera ha spiccato il volo (nel 2003, anche grazie a Silvio Baldini).
La strategia «Baldini sicuramente ha chiesto ai suoi di giocare come sempre – ci racconta l’ex campione del mondo -, perché i calcoli sul risultato si possono fare soltanto a 10’ dalla fine. Nei panni di Oddo, invece, avrei la priorità di non prendere gol: più la partita dovesse trascinarsi sullo 0-0, più potrebbe subentrare l’agitazione nei giocatori del Palermo. Basterebbe un episodio per andare ai supplementari e lì inizierebbe un’altra partita».
Nella testa Un anno fa, si arrivò addirittura ai rigori con il Padova beffato ad Alessandria. «Allenarsi dal dischetto il giorno prima non serve a nulla», ha dichiarato Oddo alla vigilia, trovando la sponda del suo ex compagno in azzurro. «Massimo ha ragione – è il pensiero di Toni –, in una finale la porta diventa piccolissima e il pallone pesante. Conteranno eventualmente il coraggio e la lucidità, più che aver provato i rigori in allenamento». La sfida, in ogni caso, potrebbe decidersi prima anche sulla spinta emotiva. «La pressione del Barbera farà la differenza, lo stadio darà grandi stimoli. Ai giocatori del Palermo farei vedere un video di quando andammo in A contro la Triestina nel 2004, per dare un’idea di cosa significherebbe vincere davanti a quella gente e della carriera fatta poi da quei giocatori. Allo stesso tempo, il Padova ha elementi esperti che potrebbero essere caricati a mille dalla voglia di zittire lo stadio».
La chiave Duello aperto anche tra i centravanti: il fresco sposo Brunori contro Ceravolo, ripescato da Oddo che l’ha caricato a dovere. «Dicendo che giocano lui e altri 10 gli ha dato responsabilità – conclude Toni –, in serate così le prime punte sono decisive. Penso che il Palermo stia un po’ meglio nelle gambe e che il Padova debba tornare alla difesa a quattro, a tre c’è il rischio che i quinti rimangano troppo bassi in una gara solo da vincere». Su un campo ove non passa nessuno da marzo 2021.
Gli ospiti «Convinzione e coraggio unite a cuore e tecnica» sono le parole d’ordine dell’allenatore dei veneti, Massimo Oddo. E se il Padova vuole tentare l’impresa serve l’ennesimo successo in trasferta: «La squadra ha lavorato bene e andiamo a Palermo convinti. Nulla è scontato». Come all’andata non ci sarà Kirwan (con la Nuova Zelanda): a sinistra Curcio o Gasbarro.